Pista da bob ai Giochi. «In caso di ritardi un piano B all’estero»

Sopralluogo a Cortina del Comitato olimpico. «Il rispetto dei tempi delle opere la cosa più importante». Elogio a Bormio per la sua capacità organizzativa

Una partita, anzi una gara, non ancora conclusa. Con l’ipotesi di trasferimento delle prove olimpiche a Sankt Moritz che rimane più che viva.

In questi giorni, infatti, il Cio ha ribadito il “warning” sulla pista da bob di Cortina, della quale ancora non è stato costruito un centimetro: il rispetto dei tempi per la consegna «è la cosa più importante, per questo monitoriamo le scadenze sapendo che da oggi a marzo 2025 non c’è molto tempo per consegnare la sede» ha detto a Venezia il presidente della Commissione Cio, Kristin Kloster, dopo aver passato gli ultimi giorni sulle Dolomiti a verificare lo stato dei futuri campi di gara delle Olimpiadi 2026.

Ecco quindi la scelta del comitato «di valutare, nel caso, anche un piano B». Se il tracciato non sarà omologabile entro marzo 2025, il Cio virerà su altre soluzioni “pronte”, che guardano solo ed esclusivamente impianti già operativi all’estero. Non solo rampogne da parte del Cio, ma anche aperture rispetto alla legacy del contestato nuovo Sliding Centre da 120 milioni di euro: «Indipendentemente da quello che accade da qui a marzo 2025, ci sarà un piano dettagliato per la legacy - ha detto il direttore del Comitato olimpico, Christophe Dubi -. Piano che verrà presentato, e che è ancora “in fieri”. Che ci sia o meno l’omologazione, la sede ha un futuro».

Questo è il quadro tratteggiato dai vertici del Cio durante la Commissione di coordinamento dei Giochi invernali 2026 Milano-Cortina, che ha visto anche la partecipazione del presidente della Fondazione, Giovanni Malagò, dell’ad Andrea Vanier, e del governatore Luca Zaia, principale sponsor, con il ministro Matteo Salvini, della soluzione Cortina.

«Abbiamo rispettato la decisione delle autorità italiane che desideravano questa sede» ha premesso Kloster, confermando di aver notato «progressi significativi» nella road map delle opere. «Siamo grati - ha proseguito - della trasparenza nella comunicazione, ma dobbiamo riconoscere che alcuni progetti hanno tempi molto stretti, che è importante rispettare, perché un giorno perso equivale a un rischio». Per alcuni interventi, poi «non ci sono soluzioni cuscinetto. I prossimi 365 giorni saranno cruciali» ha concluso il presidente della Commissione Cio.

Le delegazioni del Comitato olimpico sono state impegnate da martedì scorso nei sopralluoghi alle sedi di gara, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. Nella conferenza stampa conclusiva, però, a farla da padrona è stata sempre la questione della pista per il bob, skeleton e slittino. Un moderno Sliding Centre, che entro 400 giorni dovrà sorgere sulle ceneri della vecchia “pista Monti”, in località Ronco, a Cortina.

Ripercorrendo la tre giorni di sopralluoghi, Giovanni Malagò non ha negato che ci siano delle problematiche: «Ci sono delle attività che stanno andando avanti e molto bene», ha puntualizzato, «abbiamo una serie di cantieri che sono lanciati, altri che sono aperti», ma anche «alcuni che stanno vedendo ora i primi mattoni».

La certezza, ha concluso il numero uno del Coni, è che «abbiamo davanti due anni di grandissimo lavoro, nei quali monitoreremo quello che fa Simico, come spettatori interessati, perché non costruiamo le opere. Si può realizzare lo spettacolo più grande, ma serve il teatro».

Nel ripercorrere la tre giorni di sopralluogo delle delegazioni nelle sedi di gara, Malagò ha spiegato: «Abbiamo macinato chilometri e messo la testa su tutti quelli che sono gli aspetti dell’organizzazione delle Olimpiadi. C’è tutto un backstage che le persone non realizzano, che è estremamente complesso, con problematiche».

Non sono comunque mancate le carezze nell’incontro con i media. «Quando si tratta dell’organizzazione, voi (italiani, ndr) siete avanti miglia e miglia rispetto agli altri». Così si è espresso il direttore del Cio, Christophe Dubi, durante l’incontro a Venezia del Comitato di coordinamento delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. «Quando si accende la televisione e ci sono le gare a Bormio o si va in Val di Fiemme - ha aggiunto - ci sono le immagini migliori di quello che possono offrire gli sport invernali. In questo Paese avete competenze uniche al mondo per poter ospitare delle gare, ecco perché avete anche degli atleti così eccellenti».

Per spiegare la differenza con altre edizioni delle Olimpiadi invernali, Dubi ha fatto due esempi: «Nei Giochi in Cina (2022) o in Corea (2018) hanno dovuto costruire ogni singolo metro di piste, poiché non c’era una realtà che poteva confezionare l’evento, sono partiti da zero. Quando Kristin Kloster - ha spiegato, riferendosi ad affermazioni fatte dal presidente della Commissione Cio - ha detto che qui siamo partiti da una solida base, intendeva questo. È complicato? Sì, è sicuramente qualcosa di particolare. Non parlerei troppo della pista da bob, sì, quella è stata complicata, gli altri impianti riguardano le altre sedi e la costruzione dei villaggi. Non è così complessa la sfida».

E ha concluso: «Auspichiamo che le cose vengano rispettate giorno dopo giorno non a livello di mesi, perché i tempi sono serratissimi».

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