Secam, contratto unico per i rifiuti. Riunione con i Comuni

Adeguamento tariffario per allineare le entrate ai costi, ma anche contrattuale perché soltanto ragionando a livello di bacino e con durate di affidamento almeno decennali è possibile fare gli investimenti necessari per rendere il servizio non soltanto sostenibile, ma anche efficiente.

Adeguamento tariffario per allineare le entrate ai costi, ma anche contrattuale perché soltanto ragionando a livello di bacino e con durate di affidamento almeno decennali è possibile fare gli investimenti necessari per rendere il servizio non soltanto sostenibile, ma anche efficiente.

Si è parlato del nuovo contratto per i rifiuti lunedì durante l’incontro voluto da Secam con i suoi soci, gli enti locali valtellinesi, nella sala consiliare di palazzo Muzio. Del nuovo schema cioè per l’affidamento del servizio di igiene urbana redatto secondo le disposizioni di Arera.

La volontà espressa dal cda è quella di procedere uniformando in un modello uguale per tutti, i diversi contratti dei singoli Comuni oggi in essere, ragionando secondo una logica di bacino, anche se in Lombardia per i rifiuti ancora non è stato introdotto l’ambito.

«Per migliorare il servizio abbiano bisogno di fare squadra – ha detto il presidente di Secam, Raffaele Pini -. Per questo abbiamo predisposto una bozza di contratto tipo che prevede regole, tariffe e durata uguali per tutti». Lo schema proposto ai soci si differenzia soltanto per le modalità di svolgimento del servizio, tagliate sulle esigenze e le caratteristiche di ciascuna realtà municipale, ma tutti gli altri elementi sono uguali. Lo sono le tariffe (nessuno intanto vuole parlare di cifre per gli adeguamenti) e soprattutto la durata. «Alla base di tutto il processo voluto da Arera ci sono la sostenibilità in tutte le sue accezioni (economica, ambientale e sociale) e la qualità del servizio – ha detto Paolo Pagani, consulente di Utiliteam, la società che segue Secam sia nell’idrico che nell’ambiente per le questioni tariffarie -. L’obiettivo da raggiungere è l’equilibrio economico e finanziario della gestione. La durata dell’affidamento è un tema chiave: deve essere congrua per consentire che gli investimenti necessari al miglioramento del servizio e della sua qualità possano essere effettuati».

La lunghezza del contratto deve consentire di recuperare gli investimenti effettuati. Il codice dell’ambiente prevede una durata di 15 anni, la bozza inviata ai sindaci della provincia ne prevede 10. Strettamente legato all’estensione temporale dell’affidamento c’è il piano economico finanziario, una delle novità introdotte dall’Autorità. «Si tratta di un elemento essenziale – ha spiegato Pagani - composto da 4 elementi: il piano tariffario che si sviluppa per tutta la lunghezza del contratto; il conto economico, lo stato patrimoniale e il rendiconto finanziario. Elementi che non corrispondono allo stato della società che gestisce, ma al perimetro del servizio».

Il cda di Secam vorrebbe partire con il nuovo contratto unico già quest’anno, senza cioè dover fare il doppio lavoro di aggiornamento 2024 per far decorrere lo schema effettivo dal 2025. Significa che dopo l’estate, consentendo così anche ai molti comuni al voto di prenderne visione, il contratto potrebbe essere pronto.

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