Dieci anni dall’addio all’alpinista Marco Anghileri

Il 14 marzo 2014 “il Butch” ci lasciava in un tragico incidente mentre stava compiendo una delle sue grandi imprese sul Monte Bianco. La città di Lecco lo ricorda con affetto.

“Cos’è per te la montagna?” “Tutto”. Rispondeva così, Marco Anghileri nel 2001. Sono passati dieci anni da quel maledetto 14 marzo 2014 in cui si spensero le speranze di veder tornare il Butch dall’ennesima grande impresa alpinistica: la prima solitaria invernale alla via Jori Bardill sul Pilone centrale del Freney al Monte Bianco. Un tragico incidente, una scarica di sassi che non gli ha lasciato scampo. La morte di Marco Anghileri a 41 anni ha lasciato tutti sgomenti, famigliari, i tanti amici, creando un vuoto incolmabile nel mondo dell’alpinismo.

Nato in una famiglia in cui l’amore per la montagna è ben radicato, capostipite di questa dinastia di arrampicatori lecchesi fu il nonno Adolfo, quindi papà Aldo e il fratello Giorgio, Marco cominciò ad arrampicare a 10 anni. Grande la sua passione per le montagne di casa, poi per le Dolomiti, fino ad abbracciare l’alpinismo solitario e a inanellare una serie di imprese storiche, come la prima invernale in solitaria alla via Solleder in Civetta.

A dieci anni dalla scomparsa, Lecco ricorda il Butch con affetto. “Mi sono guardato un attimo e mi sono chiesto: “Ma perché non devi farlo? Perché non adesso, non ora?... Perché no?” scrive il gruppo Ande della famiglia Anghileri su Facebook ricordando le parole di Marco. “Un amico è per sempre, sei sempre vivo nei nostri cuori” scrive il gruppo alpinistico dei Gamma. I Ragni postano una foto scattata nel 2001 con Serafino Ripamonti e il sindaco Mauro Gattinoni scrive “Marco Anghileri ha saputo rappresentare e dare lustro alla città di Lecco nel mondo”. Il Cai di Ballabio ha organizzato una fiaccolata in programma per sabato 16 marzo, con partenza alle 18.30 dai Piani Resinelli.

Il Butch manca tanto, resta la consolazione di avere la certezza che sul Pilone centrale del Freney si sentisse nel posto giusto, come scrisse nel suo ultimo messaggio all’amico Arnaud: “sono nel posto più bello del mondo”.

Dieci anni dall'addio a Marco Anghileri, il Butch

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