Lecco, un derby da dimenticare. Finisce 0-3 per il Como

Brutta prestazione dei blucelesti, battuti in casa dal Como. Lecco spento e praticamente mai in partita.

C’è modo e modo di perdere. Soprattutto un derby. Perderlo così, senza mai aver tirato in porta, senza aver neanche fatto preoccupare il portiere avversario vuol dire semplicemente arrendersi. E se una squadra ultima in classifica, con differenze abissali di rosa, budget, tecnica e tattica, rispetto all’avversario, arriva sempre seconda su ogni pallone, senza grinta, senza mai sapere come provare a metterla in difficoltà, allora vuol dire che ha pochi anticorpi rispetto all’ipotesi retrocessione che diventa, di giornata in giornata, sempre più probabile. Il fatto di aver rivoluzionato la rosa a gennaio non sta ancora pagando, ma oramai le giornate che mancano alla fine sono sempre meno. Con una considerazione in più. Il Lecco per tre quarti di gara ha giocato con i protagonisti del girone d’andata. E anche nel secondo tempo il migliore in campo è stato uno che c’era persino dal ritiro di luglio: Duccio Degli Innocenti. Vuol dire che i nuovi acquisti o non erano pronti o non sono all’altezza della situazione.

La sconfitta di suona come una campana a morto per questa squadra che, ora, deve chiudersi in sé stessa e cercare, se ne ha, energie al suo interno per cercare di risollevarsi. Perché dopo un derby del genere, vergognoso, non avrà neanche più il sostegno del suo pubblico. Quei 4mila del Rigamonti-Ceppi che anche ieri non hanno mai fatto mancare il loro apporto. La squadra da ieri è sola con sé stessa e deve provare a reagire guardandosi negli occhi e cercando quella dignità professionale, se non l’attaccamento alla maglia che ieri è stato solo un concetto vacuo e privo di concretezza, che dovrebbe stare in ogni giocatore professionista degno di questo nome. Si può perdere, ripetiamo. Ma non arrendersi. Ieri la resa è stata totale, assoluta, inattesa quanto deludente. Le differenze di rosa ci possono essere. Quelle di motivazione, la grinta e la rabbia per essere considerati da tutti, oramai, gli ultimi della classe, no. Lecco e i tifosi lecchesi meritano molto di più.

Ma d’altronde quando una società “esonera” il suo direttore sportivo “a tempo” e senza dirlo a nessuno, pur avendo avallato, prima, tredici nuovi acquisti e ben diciassette uscite senza colpo ferire, fa capire quanto sia la sua impreparazione.

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