Lavoro, in corso una stagione di rinnovi contrattuali con particolare
attenzione alla retribuzione

Con la scadenza di fine giugno del contratto nazionale dei metalmeccanici si riapre la partita negoziale che, nella piattaforma già presentata dai sindacati a Federmeccanica-Confindustria, prevede fra l’altro un aumento salariale di 280 euro

Con la scadenza a fine giugno del contratto nazionale dei metalmeccanici si riapre la partita negoziale che nella piattaforma già presentata dai sindacati a Federmeccanica-Confindustria prevede fra l’altro un aumento salariale di 280 euro. E’ in corso una stagione di rinnovi contrattuali che investe una trentina di settori e nella quale vengono rilanciati con forte centratura sulle retribuzioni, com’è il caso dei contratti dei bancari Abi (435 euro), degli studi professionali (215 euro), del terziario (240 euro) o del settore alimentare (280 euro). Una tendenza spinta dall’inflazione ma anche «certamente dovuta alla forte tensione creata dalla consapevolezza sempre più diffusa nel nostro Paese dello sbilanciamento dei salari italiani rispetto a quelli europei”, afferma Matteo Dell’Era, presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro. Ciò – sottolinea - ha riportato l’attenzione dei tavoli contrattuali sui minimi retributivi tabellari discostandola in parte da tutto ciò che è collaterale alla retribuzione diretta, fra cui il welfare aziendale e i fondi di solidarietà. E’ una cosa che ritengo opportuna e che mi aspettavo accadesse. I tavoli di contrattazione nazionale vivono l’attualità e la politica riflettendone i temi».

Dopo parecchi anni in cui fra crisi economica e crisi per Covid non si riusciva a parlare di aumenti retributivi e si cercavano soluzioni collaterali alla retribuzione diretta ora si torna a parlare soprattutto di questa.

Dell’Era richiama l’attenzione anche sui meccanismi automatici di adeguamento salariale al costo della vita: «Il contratto dei metalmeccanici, che aveva l’adeguamento agganciato all’indice Ipca (indice dei beni al consumo armonizzato per i Paesi Ue, nda), andrà probabilmente a ritoccare soprattutto le voci del paniere che più pesano all’interno dell’importo che sarà preso in considerazione, per capire se e come adeguare all’indice id aumento dei prezzi. Questo è un tema molto importante, unitamente a quello degli aumenti richiesti come valore assoluto».

Un’altra richiesta rilevante dei metalmeccanici per il nuovo contratto riguarda la riduzione dell’orario a 35 ore settimanali a parità di salario: «E’ un tema complesso – afferma dell’Era - che probabilmente non si riuscirà a risolvere con questa tornata di aggiornamento. Ritengo sia una questione che si possa valutare positivamente, ma non a livello generale di categoria dal momento che ci sono realtà industriali e tipi di produzione per cui la riduzione a 35 ore non è praticabile. Potrebbe essere difficile calare la riduzione dall’alto, su tutti gli attori del manifatturiero in modo indiscriminato. Porrei attenzione: è vero che in alcuni settori ci sono state sperimentazioni positive, ma limitate comunque a pochissime singole aziende. E non prenderei ad esempio le riduzioni di orario praticate in Nord Europa dove c’è un sistema socio economico e industriale molto diverso dal nostro».

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