Discarica abusiva a Grosio, emerse ossa e lapidi

Era nata come un’opera di bonifica dei prati vicino all’Adda nel posto alluvione del 1987, in pratica si sta rivelando una discarica a cielo aperto nella quale era stata trasformata, col sottosuolo che nasconde anni di indiscriminato deposito e sotterramento di tutto ciò non si sarebbe potuto mettere sotto terra. U na verità rimasta nascosta per anni e che lo sarebbe rimasta probabilmente se non ci fossero state delle indagini dei Carabinieri Forestali, culminate con scavi a setaccio di una vasta zona di circa 15 mila metri.

E’ la triste storia dei terreni posti a fianco del Sentiero Valtellina nella frazione Vernuga di Grosio, non lontano da letto del fiume Adda, vero quelle zone a maggior tutela ambientale. Gli scavi nel vasto terreno nel quale è stata realizzata la bonifica, iniziati nelle scorse settimane, stanno facendo venire alla luce una situazione rimasta nascosta per decenni: sotto terra è stato sepolto di tutto.

Negli ultimi giorni sarebbero addirittura emerse ossa, da chiarire se umane o animali, e pure alcune lapidi sulla quale pare sia rimasta l’iscrizione e quindi si potrà risalire ai parenti. Le indagini dei Carabinieri Forestali erano iniziate già nel 2020 con dei sondaggi effettuati con apparecchiature che rivelano la presenza nel sottosuolo di ferro che avevano segnalato qualcosa di sospetto.

Già allora la richiesta di effettuare scavi da parte dei Forestali, ma poi le vicende pandemiche avevano bloccato tutto. Ora che dalla Procura di Sondrio è arrivato l’ok agli scavi, la zona è stata sondata. Come talpe gli escavatori hanno creato montagne di terra che ha coperto anni di sepoltura di metalli, inerti. Sembrerebbe da chiarire anche la posizione del Comune di Grosio per accertare se ci siano responsabilità per un mancato controllo nel corso degli anni di quello che veniva scaricato nella buca.

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