Tragedia al Fly Emotion, fatale un malore?

Primi esiti dell’autopsia sulla 41enne precipitata dalla zipline a Bema domenica scorsa. Al vaglio l’ipotesi di un malore fatale prima del terribile incidente

Ancora nessuna indicazione dall’autopsia effettuata in obitorio a Sondrio, per sapere di più in merito alla morte di Ghizlane Moutahir sarà necessario attendere gli esiti degli esami istologici.

L’esame autoptico sul corpo della 41enne di origini marocchine, in Italia da molti anni e residente a Sant’Angelo Lodigiano, che ha perso la vita nella tarda mattinata di domenica precipitando nel bosco da circa 30 metri di altezza mentre stava provando l’esperienza adrenalinica di Fly Emotion, è stato effettuato questa mattina ed è durato circa tre ore. Dalle prime informazioni, l’anatomopatologo Luca Tajana dell’Istituto di Medicina legale dell’Università di Pavia avrebbe rilevato ovviamente i gravissimi traumi da impatto riportati nella tragica caduta. Ancora da chiarire, invece, se la 41enne possa aver avuto un malore prima dell’incidente, anche se questo aspetto potrebbe in ogni caso risultare irrilevante ai fini delle indagini condotte dai militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Sondrio, su delega della Procura diretta da Piero Basilone. L’anatomopatologo avrà ora 90 giorni di tempo per consegnare la relazione approfondita. All’esame autoptico hanno preso parte anche consulenti nominati dagli indagati per omicidio colposo, la dottoressa Monica Cucci e il dottor Paolo Casali di Milano, e il dottor Maurizio Robustelli della Cuna di Sondrio.

Gli indagati sono cinque: l’amministratore delegato di Fly Emotion, Matteo Sanguineti, il direttore dello stabilimento e tre dipendenti. Due di loro quel giorno si occuparono dell’imbragatura, ossia di farla indossare alla turista poi caduta nel vuoto da un’altezza di circa 30 metri; il terzo, invece, dopo le operazioni di “vestizione” e i controlli sul modo in cui era sta indossata e se tutti i procedimenti di sicurezza nell’indossarla fossero stati adottati in modo corretto, diede l’ok alla partenza dalla piattaforma di Albaredo per San Marco.

Settimana prossima, invece, la Procura di Sondrio esaminerà l’impianto ora sotto sequestro, affidando un apposito incarico a esperti periti. E gli indagati avranno poi ovviamente diritto anche in questo caso di nominare consulenti di parte proprio per questi e altri accertamenti. Gli esperti dovranno esaminare ad esempio l’imbrago, rimasto appeso sulla fune dopo che la donna era precipitata nel vuoto da 30 metri di altezza, per accertare innanzitutto se fosse integro e, poi, se sia stato indossato e assicurato regolarmente. Ma non solo. I periti dovranno rispondere anche ad altre domande, ad esempio sul perché la 41enne si sia fermata a venti metri dalla stazione di di Bema, invece che rallentare la corsa per poi fermarsi solo all’arrivo.

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