Morto Adriano Stasi, storico funzionario lecchese e esperto di mariologia

E’ scomparso ieri, all’età di 76 anni, Adriano Stasi, storico funzionario lecchese ed esperto di mariologia. «L’ho conosciuto ai tempi della mia presidenza in Provincia di Lecco – dice l’ex sindaco di Lecco Virginio Brivio - Sono stato coinvolto dal suo entusiasmo e dalla sua passione, che l’avevano portato ad essere un’importante personalità della Pontificia Accademia Mariana. Con lui sono stato spesso a Roma. Era uno studioso raffinato tanto che ricordo uno dei suoi ultimi impegni, nei quali aveva coinvolto anche l’ex direttrice della Casa Circondariale di Lecco, Antonina D’Onofrio. Si era occupato del culto mariano e delle sue estremizzazioni, in particolare quelle portate avanti da certa criminalità mafiosa». Adriano Stasi era nato a Lecco il 30 luglio 1948. Nel 2000 il sindaco Lorenzo Bodega lo aveva premiato come cittadino benemerito della città di Lecco con la medaglia d’oro. Per oltre trentacinque anni ha svolto la sua attività professionale in Confartigianato Imprese Lecco ed ha ricevuto l’attestazione della Camera di Commercio per il “progresso economico”. Nel 2006 ha ricevuto la menzione d’onore per “Mondo Artigiano” alla XXIII mostra provinciale dell’artigianato. Membro dell’Associazione mariologica interdisciplinare italiana e della Pontificia accademia mariana internazionale, che ha sede nella Città del Vaticano, ha conseguito i gradi accademici in Scienze religiose alla Pontificia Università Lateranense e la laurea specialistica in Magistero alla Facoltà Teologica dell’Ateneo Romano della Santa Croce. Ha poi conseguito il baccalaureato in Sacra Teologia alla Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”. Numerose sono state le sue pubblicazioni a partire dal 1981. Chi ancora lo ricorda con grande affetto è Paolo Galbiati, ex direttore di Confartigianato: «L’ho incontrato in Confartigianato e siamo poi diventati amici. Lui era all’ufficio inquadramento, che altro non era se non il punto di accoglienza di coloro che volevano associarsi agli artigiani. E per lui l’accoglienza non era qualcosa di formale. Non abbandonava mai l’impresa che era entrata a far parte dell’associazione e ne seguiva da vicino l’evoluzione. Finita l’esperienza lavorativa, mi ha coinvolto nel suo impegno per la Pontificia Accademia Mariana. Era un uomo che sapeva coinvolgerti anche perché era tanta la passione che lo contraddistingueva. Ricordo un convegno a Roma in cui era riuscito a coinvolgere i rappresentanti di tutte le religioni che avevano in comune il culto mariano. Sapevo che era ammalato, ma non pensavo che ci avrebbe lasciato così in fretta. Se n’è andato un uomo veramente capace di ascoltarti e comprenderti».

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