Il Comune di Lecco batte cassa e chiede
al Politecnico 100mila euro di Imu

Una scelta puramente tecnica che rischia tuttavia di avere un forte impatto politico, anche e soprattutto nelle relazioni tra l’ateneo e il Comune. Del resto, non sono poche le partite aperte tra i due enti

Circa centomila euro di Imu. Questo il contenuto della richiesta di pagamento che il Politecnico di Milano si sarebbe visto recapitare nei giorni scorsi per quanto riguarda gli spazi del polo lecchese dell’ateneo, in via Ghislanzoni. Un fulmine a ciel sereno, almeno da quanto trapela dagli ambienti accademici locali e milanesi.

A quanto è dato sapere, la richiesta del Comune di Lecco comprenderebbe la quota d’imposta che grava sugli spazi commerciali del bar interno alla struttura, ma anche sugli ambienti del centro psicosociale della sede del Cnr. Senza contare le residenze per gli studenti, con il rischio di vedere gioco forza aumentate le tariffe richieste agli iscritti. Insomma, una scelta puramente tecnica che rischia tuttavia di avere un forte impatto politico, anche e soprattutto nelle relazioni tra l’ateneo e il Comune. Del resto, non sono poche le partite aperte tra i due enti. Negli scorsi mesi, dopo la scelta di non destinare a sede municipale lo stabile di via Marco d’Oggiono, il Comune aveva tentato la via del bando Invimit per un nuovo studentato da affiancare alle attuali disponibilità di letti del Poli.

Non solo, la stessa area della Piccola, dirimpetto agli attuali spazi del Politecnico, è da anni pensata (e in parte progettata) come elemento di continuità della stessa funzione espressa dall’ateneo. Che si arrivi a definire la presenza di laboratori o spazi di ricerca propedeutici all’attività del Politecnico, resta il fatto che i vertici milanesi dell’università restano i compagni di viaggio più accreditati e preziosi per il Comune. Gli stessi vertici, pur non commentando ufficialmente, sarebbero ora piuttosto amareggiati dalla scelta di Palazzo Bovara, in un contesto peraltro in cui alcuni investimenti comunali di sostegno alla ricerca (relativi al vecchio accordo quadro dello scorso mandato) non sarebbero stati confermati.

La scelta del Comune e la richiesta di pagamento degli anni arretrati di Imu, deriverebbero in parte da un cambio di normativa nazionale, o comunque da interpretazioni differenti rispetto agli anni passati, quando una richiesta simile non era mai stata rivolta all’ateneo. Non è un caso che, proprio in queste settimane, sia ritornata in auge la querelle del Comune con Linee Lecco. Anche in questo caso, si parla di mancati introiti e scomputi alle quote di concessione dei parcheggi che il Comune vuole a tutti i costi ridefinire e riportare in cassa. Un po’ per non disperdere risorse in un momento critico per la spesa corrente (anche quest’anno l’addizionale Irpef è rimasta al massimo), un po’ per non correre rischi in termini di legittimità formale dei propri atti. Come detto, resta comunque aperto il fronte di collaborazione per lo studentato. Lo stabile di via Marco d’Oggiono non ospiterà però la struttura prevista da 180 posti, ma potrebbe essere comunque al centro di una più ampia operazione pubblico-privata con un mix di funzioni che rispondano alla necessità di affitti a prezzi calmierati, per studenti e non solo. Lo stabile, acquistato dalla precedente giunta per ospitare il nuovo Municipio, e poi “retrocesso” dall’amministrazione Gattinoni a immobile da mettere sul mercato, era stato candidato al bando Invimit, senza però essere selezionato, a causa del prezzo d’acquisto proposto dal Comune, pari ai 6,3 milioni di euro.

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