Corenno tra i borghi più belli d’Italia, ma non si placa la polemica per il ticket

Nemmeno l’ormai prossima assegnazione della bandiera di “Uno dei borghi più belli d’Italia” smorza la polemica legata al ticket di ingresso a Corenno. Soltanto mercoledì il sindaco Cassinelli ribadiva la legittimità del balzello ma, nel giro di poche ore, il gruppo di minoranza consigliare “Insieme per Dervio” è tornato all’attacco. Al centro dell’attenzione c’è la risposta che la Soprintendenza di Milano ha dato ad alcune domande poste da alcuni cittadini derviesi. “Nella lettera è scritto che non si può far pagare un ticket utilizzando come motivazione il fatto che Corenno venga considerato un complesso monumentale o un museo, come ha dichiarato il Comune nel Pgt e nel regolamento che istituisce il ticket – afferma Davide Vassena, capogruppo di opposizione – E’ scritto in modo inequivocabile che il borgo di Corenno non può rientrare nella definizione di “complesso monumentale” e nemmeno può essere utilizzata la categoria del “museo”. Esattamente quello che dice, da sempre, il nostro gruppo”. Ma non basta.

E Vassena aggiunge: “La Soprintendenza scrive al Comune di ritenere opportuna una rettifica del regolamento di istituzione del ticket, dato che non può dirsi redatto ai sensi del D. Lgs. n. 42/2004. Scrisse la stessa cosa a giugno del 2021, ma in quasi tre anni il Comune di Dervio non hai mai provveduto, facendo pagare il ticket sulla base di una legge che non può utilizzare. La lettera della Soprintendenza sconfessa anche gran parte dei contenuti del parere rilasciato dal segretario comunale l’8 gennaio, a sostegno di quelle norme il cui uso è stato ora dichiarato illegittimo.

Parere scritto per giustificare il ticket all’associazione dei “Borghi più belli d’Italia” che aveva chiesto delucidazioni sul balzello”. Alla luce di tutto ciò, Vassena conclude: “Di fronte a queste contestazioni, un Comune serio avrebbe già annullato il regolamento che istituisce il ticket. Invece il sindaco scrive l’ennesimo comunicato propagandistico, in cui mistifica un’unica frase contenuta nella lettera della Soprintendenza, che dice che è un’autonoma decisione del Comune stabilire un accesso a pagamento.

Certamente, aggiungiamo noi: ma se c’è una legge che lo permette! Ora sappiamo, per voce di un soggetto più autorevole di noi, che le leggi che lo dovrebbero giustificare non si possono utilizzare. Cosa deve succedere ancora prima che questo iniquo balzello venga eliminato?”.

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