Tutti i segreti del Foggia. E una panchina non lunghissima

Per il match odierno un paio di ballottaggi tra le fila rossonere. L’uno per la difesa e l’altro per la mediana

Dire come giocherà il Foggia questa sera in “mondovisione” è un po’ come tirare i dadi: si sa che l’unico squalificato è il panchinaro di talento, Vacca. Per il resto nulla - ma proprio nulla -, visto che ai giornalisti locali, in ampia polemica con la presidenza-Canonico è fatto divieto sia di seguire gli allenamenti, sia di porre domande a qualsiasi tesserato.

Insomma: silenzio stampa. Quello che trapela sono un paio di ballottaggi, uno per la difesa, uno per la mediana. Ma si vada con ordine: il modulo - non si scappa - sarà un 3-5-2, con probabile schieramento dell’affidabile Dalmasso in panca; Rizzo braccetto destro, Leo sinistro e Kontek perno di mediana. Qui il ballottaggio riguarda un acciaccato Di Pasquale (capitano): il classe 1996, titolarisissimo per tre-quarti di stagione, dopo un (lieve) infortunio e l’arrivo di Delio Rossi (dalla 35^) è sceso nelle gerarchie, scalando in panchina, a vantaggio appunto di Ivan Kontek, croato (classe ’96; ex Cesena) che ne ha preso il posto, complice anche uno stato atletico migliore.

Una difesa con uomini interessanti, ma che paga fatidicamente il fatto di essere spesso in minoranza, per l’aggressività offensiva dei propri mediani.

Il centrocampo è “a 5”, due esterni fortissimi: quello destro, con il vizio del gol, Grattoni (8 reti) e quello sinistro con l’abitudine all’assist (10), Costa. Due interni che spingono e s’infilano fra le maglie delle difese avversarie - il caratese Frigerio e il romano Davide Petermann (’94) - con Schenetti a portare palla. Un trittico d’interni mobile ed esperto, abile a sfruttare la fisicità dell’altro afro-italiano Ogunseye (11 reti fin qui) gran colpitore di testa e l’altro attaccante Peralta (più bravi nel fraseggio stretto).

Il secondo ballottaggio riguarda però Grattoni (con Bjarkason), per le condizioni non ottimali del primo. Attenzione al bosniaco Markic (’90) che, malgrado una stagione fra panca e infermeria, sta risultato essenziale nelle rotazioni difensive di Rossi (in gol col Pescara).

Il vero problema tecnico dei rossoneri è una panca (relativamente) corta, dove non abbondano le soluzioni offensive (di rincalzo) a livello dei titolari (a differenza del Lecco), anche se a livello realizzativo i satanelli, trovano spesso la via della porta con i loro centrocampisti (dalla panca emergono spesso anche Odjer e Di Noia). Lo stato atletico - al netto degli immancabili acciacchi dopo 7 gare in meno di un mese - è considerato ottimale. Corrono (e segnano) anche dopo il fischio finale: “sotto la doccia” verrebbe da dire...

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