Sallusti: «Sì, sono comasco, però urlo “Forza Lecco”»

Il direttore del quotidiano“Libero” non ha dubbi: «Un cavillo non rovini una meritata promozione»

«Questo Lecco deve andare in serie B». E se a dirlo è un comasco doc come Alessandro Sallusti, già direttore de “La Provincia di Como”, giornalista di fama nazionale e oggi direttore di “Libero”, forse vale anche di più.

«Sono comasco e sapete meglio di me che la rivalità tra le due squadre è notevole - spiega -. A volte goliardica, a volte un po’ meno, ma parlo volentieri del Lecco perché credo che quello che gli stia succedendo sia paradossale. Non può essere che un cavillo metta in forse il futuro di una società sportiva che ha dimostrato sul campo di avere i numeri. Ma soprattutto che un cavillo possa rovinare il sogno di decine di migliaia di tifosi del Lecco. Nonostante io sia comasco, dico “Forza Lecco”. Poi con i comaschi che mi faranno il mazzo me la vedrò io…».

Se non altro Sallusti non fa come il sindaco di Como, Alessandro Rapinese che l’altro giorno si è augurato che il Lecco vada in B «anche perché abbiamo bisogno di sei punti». Salvo poi ritrovarsi il “Sinigaglia” pieno di scritte inneggianti agli ultimi due derby giocati in C e finiti 3-0 e 4-0 per i blucelesti.

Il direttore di Libero, naturalmente, sorride: «Non male la battuta del sindaco. Ma il calcio è anche questo: sfottò. Io a Libero ho una vita difficile, non lavorativa, ma perché sono circondato da interisti e milanisti che se le danno tra loro, ma si alleano per suonarle a me che sono anche juventino. Sono comasco e juventino, ho tutto i difetti del mondo».

Sicuramente Sallusti, però, spera di vedere il derby del Lario nella stessa categoria: «Lo verrò a vedere di sicuro e me lo auguro veramente. Ma, detto questo, e fuori dalla goliardia, c’è da dire che bisogna farsi un esame di coscienza perché non tutti i guai sono ascrivibili alla malasorte. Visto da fuori, pur non seguendo da vicino, la situazione è talmente surreale che si stenta a crederci. Evidentemente qualcuno, anche nella società, si è fidato di promesse che venivano da quell’ambiente che non sono state rispettate. Perché il Lecco non deve andare a giocare a Monza, per esempio?».

Il “gran rifiuto” di Galliani, non è compreso neanche da Sallusti che di Galliani si professa molto amico: «Il mio amico Galliani, davanti al quale mi inchino, non si capisce perché debba aver fatto questa cosa. Ma ci sono stati molti non detti, in questa faccenda. Se è per motivi di ordine pubblico, a Monza o altrove, saranno problemi delle Prefettura. Paghiamo le tasse perché le Prefetture garantiscano la sicurezza di eventi del genere, per cui non può essere questo un motivo sufficiente... Galliani non so che partita abbia giocato, ma tutta la vicenda resta un pasticcio davvero brutto».

Il Coni sembra essersi orientato positivamente, ma non c’è nessuna ufficialità in tutto questo guazzabuglio. «Tanti auguri al Lecco, sono sincero. Ci vediamo al derby» promette Sallusti.

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