Ricorso bluceleste al Tar, le ore decisive

Domani il giorno cruciale per le sorti dei blucelesti. Intanto le società di B decidono all’unanimità per iniziare il campionato il 18 agosto: «Prevalga il calcio giocato»

La Spal ha visto respinto il suo ricorso presso il Collegio di Garanzia. Non è una grossa novità perché la posizione del Perugia, sui criteri infrastrutturali, era abbastanza forte.

Anche se era arrivato con molti affanni a presentarsi al consiglio federale di settimana scorsa come società a posto con il suo stadio, alla fine aveva indicato utilmente il Ciro Vigorito di Benevento come campo alternativo e poi, in extremis, aveva prodotto documenti validi per l’accettazione del proprio campo sportivo, il Renato Curi, alla Commissione Infrastrutture della Figc che, infatti, l’aveva ammesso.

Insomma, il Perugia si presenterà ben rinfrancato da questo giudizio al ricorso proposto dal Lecco al Tar del Lazio domani. Non c’è stato il “coup de theatre” che alcuni si aspettavano sostenendo che la candidatura del Perugia alla riammissione, dopo la retrocessione vissuta sul campo, fosse resa debole da documentazione contestabile (dalla Spal), sullo stadio.

Nel frattempo, ieri si è riunita anche l’assemblea delle società di B e ha ribadito che il campionato comincerà il 18 agosto con format a 20 squadre. «In questo modo i club hanno voluto dare un messaggio forte di certezza verso il valore del calcio giocato, messo alla prova dai ricorsi frutto di norme obsolete e di situazioni estranee alla Lega B», ha spiegato la Lega in una nota.

Il 18 agosto quindi il campionato partirà comunque, con il calendario già stilato e probabilmente non solo con la X già presente per il caso Reggina, ma anche una Y in attesa di decisioni definitive sul Lecco, con Perugia (anche Spal) e Brescia spettatrici interessate.

Comunque si legga la giornata di ieri, il ricorso di domani diventa comunque uno snodo decisivo.

È la “madre di tutte le battaglie”. Se perso dai blucelesti, allora, i guai saranno fuori dalla porta del Lecco, anche se ci sarà poi il giudizio di Consiglio di Stato del 29 agosto. Un’udienza, questa di secondo grado, che potrebbe anche essere anticipata: la norma prevede quindici giorni per fare ricorso avverso all’eventuale respingimento. Le controparti poi hanno undici giorni per costituirsi. In teoria si potrebbe arrivare al 22 o 23 agosto, tenuto conto del calendario delle udienze già prefissate, ma solo se il Tar pubblicherà subito la sentenza, oppure farà una “sentenza breve”, senza obblighi di motivazioni particolareggiate. Insomma, anche su questo non ci sono certezze preventive.

E il Lecco potrebbe chiedere la sospensiva dell’efficacia di un eventuale respingimento del ricorso. Almeno in teoria. Anche perché quando i tempi sono così brevi, la reale necessità di una sospensiva è tutta da vedere.

Ma c’è sempre lo spauracchio della sospensiva per fermare l’inizio del campionato in attesa di un verdetto definitivo. Il che potrebbe “smuovere” Figc e Lega ad ammettere il Lecco in sovrannumero, spossate come sono anch’esse da ricorsi e controricorsi.

Insomma, la battaglia sarà ancora lunga. E nel caso il Lecco vinca? Gli scenari cambiano. Sia perché è difficile che il Consiglio di Stato ribalti il giudizio del 2 agosto, del Tar, se non in presenza di errori marchiani del collegio giudicante. Sia perché, comunque, a quel punto, la situazione consentirebbe a Lega e Figc di procedere con i calendari e con una riammissione che sarebbe poi difficile da smentire nuovamente, anche in caso di pronunciamento negativo del Consiglio di Stato.

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