Malgrati, l’uomo ombra di Foschi: «Una domenica speciale per tutti»

Il viceallenatore del Lecco: «Se saremo stati bravi festeggeremo, altrimenti stringeremo la mano agli avversari»

Andrea Malgrati non ha mai giocato una finale playoff né da calciatore né da allenatore. E per questo è più motivato che mai. Come l’ambiente che lo circonda, nello spogliatoio bluceleste. Le tensioni create dalle proteste della tifoseria foggiana sull’arbitraggio di martedì scorso non sembrano tangere né lui né la squadra: «Stiamo cercando di fare le cose senza modificare la nostra routine e cercando di non pensare a niente. Non ci stiamo inventando nulla, insomma. Sinceramente queste polemiche non ci toccano direttamente perché non abbiamo fatto nulla di male. Normale che i tifosi provino a destabilizzare l’ambiente e a condizionare l’arbitro che è stato designato, ma noi abbiamo sempre avuto fiducia nei professionisti come noi».

L’arbitro designato, Davide Di Marco di Ciampino è quello che diresse Pordenone-Lecco 5-0, con un rigore al 1’ e una mancata espulsione del portiere friulano al 3’ della ripresa. «Mai parlato e mai parlerò di arbitri - taglia corto il viceallenatore lecchese -. Ho solo massima fiducia in questi direttori di gara e non metterei mai in dubbio la buona fede di chi opera nella classe arbitrale. Non l’ho mai fatto e non lo farei mai. Possono sbagliare, certo. E capisco i tifosi ed è giusto che facciano i tifosi. Mi dispiace che qualcuno sia stato insultato perché porta il cognome Bonacina, ma il calcio a volte è anche questo… Certo quando capitano queste cose non sembra di parlare più di una partita di pallone».

La condizione mentale della squadra com’è? Il vice di mister Foschi non ci gira intorno: «Ormai non conta più niente. È una finale secca dove non ci sono vantaggi. Chi vince, vince. Stiamo cercando di mantenere la stessa coerenza, senza caricare né smorzare i toni. Avremo l’atteggiamento di sempre e non ci inventeremo nulla. Poi in campo arriverà l’esito e se saremo stati bravi festeggeremo altrimenti stringeremo la mano agli avversari».

Da calciatore Malgrati non ha mai affrontato partite di questa importanza. «No. Mai fatta una finale per andare in B. Sarà una partita importante anche per me». Viatico per una carriera da allenatore professionista in prima persona? «Ho provato a fare il corso Uefa A, ma ho ancora un punteggio basso per entrarci. Se vincessi il campionato, magari avrei più possibilità – sorride l’ex difensore bluceleste - La mia voglia è di andare avanti, anche se sto bene come sto. In due stagioni ho vissuto situazioni molto particolari e ora mi trovo a giocarmi questo traguardo incredibile. Sicuramente la cornice di domenica (domani, ndr) sarà bellissima, ci sarà tanta tensione, ma sarà una domenica speciale per tutti».

«Ho sempre giocato in piazze medio-piccole e non ero abituato ai grandi pubblici come quello di Foggia - la chiosa -. Però mi piaceva molto farlo. Era emozionante allora, e sarà bellissimo domenica».

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