Lecco, tegola dal Fisco: per ripianare il rosso c’è una tassa da pagare

Il presidente Paolo Di Nunno amareggiato: «Se vado ancora a finanziare la società è probabile che mi arrivi un altro accertamento»

Calcio Lecco, la doccia fredda arriva tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. L’agenzia delle Entrate chiede alla Calcio Lecco 1912 srl 150mila euro quale liquidazione dell’imposta di registrazione dei verbali assembleari in cui Paolo Leonardo Di Nunno, socio unico al 100 per cento del Lecco, dichiara di voler ripianare i debiti della società. Senza scendere in troppi particolari tecnici, l’Agenzia delle Entrate richiede il 3% delle somme erogate da Di Nunno per gli stipendi pagati dal 2018 in poi, cioè circa cinque milioni di euro, contestando il fatto che non abbia registrato i verbali e non abbia pagato la dovuta tassa di registro.

La giurisprudenza

Anche l’avvocato di Di Nunno, Denicia Mammone ammette che la giurisprudenza è abbastanza schierata nel dare ragione all’Agenzia delle Entrate, ma il caso specifico è un po’ particolare perché a rifondere le perdite della società è lo stesso proprietario con soldi suoi, ricavati da suoi affari, per i quali ha già pagato le tasse. Insomma: è come se Di Nunno, anche se la frase è tecnicamente impropria, “pagasse le tasse due volte”.

«Ci sono dei verbali di assemblea dai quali risulta – spiega l’avvocato Mammone - che Di Nunno ha fatto dei finanziamenti a fondo perduto alla Calcio Lecco. Ci sono quattro verbali dal 2018 in poi che registrano la sua volontà di donare e contestualmente rinunciare alla restituzione di queste somme. Ma lui è socio unico della società. A questo punto i quattro avvisi di liquidazione per 150mila euro sono la tassazione di ciascun verbale di assemblea che andava registrato all’ufficio dell’entrate. Il mio cliente dice: “Io già pago le tasse alla fonte, le bonifico alla Calcio Lecco e mi fanno pagare anche il 3 per cento?”». E in effetti un agitatissimo Di Nunno al nostro taccuino dichiara: «Io dovrei fare ulteriori pagamenti per il 3 per cento degli stipendi che vado a pagare. Ma come? Pago due volte le tasse? In termini di diritto la giurisprudenza dice che il contratto verbale di finanziamento alla società e contestuale rinuncia a riaverli indietro andrebbe pagato e tassato? Ci potremo opporre e lo faremo, ma al momento è tutto bloccato. Se vado ancora a finanziare la società è probabile che mi arrivi un’altra tassa da pagare».

Ma la Lega che fa?

Di Nunno è fuori di sé e anche se tecnicamente e in termini di diritto l’interpretazione che l’Agenzia delle Entrate dà della norma, sembra corretta, a “buon senso”, il fatto di finanziare una propria società del quale è anche amministratore, non dovrebbe essere tassato. «Incredibile - esplode Di Nunno - . Mi tassano i verbali di assemblea da cui derivano i soldi che io do per mantenere la società. Non sappiamo cosa facciano le altre società ma ci stiamo informando. Alcune fanno delle dichiarazioni extra assemblea, con le Pec dove dicono di voler ripianare i debiti, che non risultano dal verbale di assemblea e dunque non vengono tassate. Ma la Covisoc richiede invece che risulti dal verbale di assemblea. Se, dunque, la Lega Pro mi costringe a pagare più tasse ancora, allora sia la Serie C a risolvere questa faccenda. In realtà l’ufficio legale della Lega Pro mi sta dando ragione, ma intanto ho i verbali di accertamento da pagare sul tavollo. Con relativi F24. Per me sono tutti impazziti. Non intendo pagare. Che si prendano la responsabilità di far fallire la società, lo ripeto. Il 19 di questo mese ho avuto una aritmia grave… Ma questi mi fanno morire di un colpo secco».

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