La gioia dei Di Nunno: «Goduria vincere qui»

La famiglia della proprietà arriva da Canosa. Il vicepresidente: «Prestazione enorme dei ragazzi»

Difficile descrivere la gioia della famiglia Di Nunno l’altra sera.

Una gioia già messa nel cassetto perché tutti, dal patron Paolo, al presidente Cristian fino al vicepresidente Biagio, detto Gino, sanno che al ritorno sarà dura, durissima. Ma la gioia di chi viene dalle Puglie e precisamente da Canosa, Bari, è difficilmente spiegabile («Venire nella nostra terra e vincere è una soddisfazione») . La rivalità campanilistica, quella calcistica, tutte assommate in una vittoria che ha del miracoloso.

Chiamate corrette

Naturalmente a Foggia la vedono dal punto di vista diametralmente opposto e Gino Di Nunno, dopo le proteste veementi sull’arbitraggio, interviene a suo modo: «Sapevamo che Foggia era una delle piazze più calde del Sud. E capisco le sue proteste, ma noi cosa avremmo dovuto dire o fare per quello che è successo contro il Pordenone o con il Cesena? Abbiamo preso due rigori inesistenti. Il rigore per il Foggia, invece, per me era inesistente. La spinta di Ogunseje sul gol annullato? C’era. Con quale intensità poi abbia spinto Celjak non si può sapere. Ma una cosa è certa: non abbiamo rubato niente. Poi se ci si vuole attaccare l’arbitro solo perché era di Bergamo. Dico solo che non ho visto niente di scandaloso. A caldo, capisco. Ma è una cosa soggettiva, la decisione sia sul rigore che sul gol annullato. Ognuno la può pensare come vuole».

Grande gestione

Tolti gli episodi, anche se decisivi, la prestazione della squadra ha convinto tutti. E in primis la dirigenza bluceleste. «Grande partita, grande prestazione – ammette il vicepresidente bluceleste - La posta in palio era enorme, e i ragazzi hanno gestito molto bene questa partita. Non era facile farlo contro una squadra di carattere, molto forte, allenata bene e in mezzo a una tifoseria molto calda che si fa sentire per tutta la partita. Manca ancora la partita di domenica prossima. Sarà durissima».

Il carattere è la peculiarità dei ragazzi di mister Foschi. E Di Nunno lo ammette: «Andare sotto per 1 a 0 in una bolgia del genere dopo pochi minuti e recuperare, non è da tutti. Il calo nel secondo tempo? Fisiologico. E poi volevamo fare una gestione oculata della partita. E Lepore? Questo è un ragazzo straordinario. Se gioca ancora a questi livelli a 37 anni vuol dire che è un professionista a tutto tondo. Lui è leccese, poi, per cui la sentiva più di altri questa partita».

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