Eusepi: «Tornerò più forte di prima»

L’attaccante del Lecco squalificato un anno per doping: «Colpa di uno spray usato sui piedi da mia moglie. Almeno è stata riconosciuta l’involontarietà. I cori della Curva mi hanno commosso e Di Nunno è straordinario».

Il Lecco vince e ha un tifoso in più: Umberto Eusepi, punito perché... non avrebbe dovuto stare vicino a sua moglie.

In pratica è per questo che Umberto Eusepi, bomber del Lecco che stava trovando condizione e gol, è stato squalificato in Appello dal Tribunale Nazionale Antidoping. È stato tradito dal fatto che la moglie Erica si fosse cosparsa i piedi con uno spray che aiuta a far cicatrizzare più velocemente le ferite (dalle abrasioni alle ulcere cutanee): il vaporizzatore conteneva infatti un principio attivo, il Clostebol, considerato doping.

I precedenti

Non sono rari i casi di condanna per uso involontario, seppur personale, di questa pomata.

Mattia Luboz, ciclista risultato positivo al Clostebol dopo aver usato uno spray cicatrizzante in seguito a una caduta aveva ricevuto un anno di squalifica: la stessa condanna di Eusepi, per uso non intenzionale del farmaco. Così pure era capitato a Fabio Lucioni del Benevento nel 2017.

Il nuotatore brasiliano Gabriel Silva Santos nel 2019 era stato prima condannato e poi assolto per non averlo preso né volontariamente né per negligenza. Mentre Riccardo Moraschini dell’Olimpia Basket, un anno fa esatto, ha preso un anno di squalifica. Anche in quel caso la Procura Antidoping ha riconosciuto che Moraschini era entrato in contatto con la sostanza in modo involontario, ma il giocatore è stato comunque squalificato.

Come altri atleti, dunque, Eusepi è di fatto innocente, ma è stato comunque giudicato colpevole

«Ero stato segnalato al doping del 22 marzo perché mia moglie usava questo spray per i geloni ai piedi - racconta Io però ero tranquillo: manco sapevo dell’uso di questo spray da parte di mia moglie. E chi va a indagare ciò che usa la propria moglie su sé stessa? Questo spray però si può passare anche indirettamente. Io sono stato assolto in primo grado il 6 giugno scorso, per questo. Figuratevi: sono ipocondriaco, non prendo manco gli integratori. Ma poi hanno fatto appello, parlo dei giudici della procura nazionale antidoping. E hanno sostenuto che, anche se hanno escluso con i miei esami tossicologici la volontarietà, dovessi stare attento a non andare a contatto con mia moglie».

Eusepi è pronto a pubblicare tutti gli esami fatti per dimostrare di essere “pulito”: «Ho già parlato con il mio avvocato e purtroppo si tratta di una sentenza definitiva - scuote la testa - Non ci posso fare niente. Il tribunale ha sostenuto che un atleta deve essere responsabile anche di chi gli sta vicino. Ma il mio valore nelle urine era minimo, anche rispetto a chi ne aveva fatto uso personale. Mi è stato creato un danno non indifferente. Eppure…».

Di necessità virtù

Eusepi fa di necessità virtù. E vuole considerare questa squalifica come un lungo infortunio: «Sto già pensando al ritiro della prossima stagione - fa sapere - Per fortuna il patron Paolo Di Nunno è una persona straordinaria sia a livello umano, che sportivo. Ha capito tutto di me. E mi è vicino, non solo economicamente. Ci tengo a ringraziarlo insieme ai suoi figli e al direttore Maiolo. I compagni, poi, sono fantastici e io cerco di stare loro più vicino possibile. Cerco di dare loro una mano. Anche i tifosi della Curva che hanno fatto cori in mio favore li ringrazio in modo speciale. Mi hanno commosso. Quando vince il Lecco per me è motivo d’orgoglio… Questi mesi passeranno velocemente. E poi rientrerò più forte di prima».

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