Di Nunno: «Non è ancora finita, ma l’italia tifa per noi»

Le parole del patron bluceleste dopo la riammissione del Lecco in B: «Il campionato? Salteremo le prime due partite, partiremo dal Como»

CALCIO

Paolo Di Nunno, il patron, veste una maglietta bianca semplicissima e un paio di jeans. Il fido bastone nella mano sinistra. La barba fatta, lo sguardo vivace.

Non sembra stanco di combattere, insomma. Inizialmente non vuole rilasciare dichiarazioni. Tutti gli dicono di lasciare perdere, che c’è ancora il Consiglio di Stato di mezzo. E anche lui, alla fine, riluttante, dà qualche indicazione, ma molto generica.

Pochissimi minuti, con l’attento direttore generale Angelo Maiolo pronto a interrompere qualsiasi domanda “impertinente”.

Non è “mordacchia”, come si dice in gergo, è semplicemente la legittima attenzione a non rovinare, a parola, una battaglia legale che non è ancora terminata e ha già conosciuto momenti di grandissima tensione.

Patron, allora? Si può festeggiare?

No. Non è ancora finita, purtroppo. Però ora dobbiamo fare la squadra. Il momento è adesso. Siamo costretti a partire ora. Altrimenti arriviamo a un punto di non ritorno e roviniamo tutto. Anche perché noi prima del 29 di agosto non giocheremo, in qualsiasi caso. Bisogna attendere il Consiglio di Stato. E il consiglio federale.

Cosa decideranno Lega di serie B e Figc?

Bisogna vedere. Però l’hanno già detto. Loro vogliono partire il 18 e così le prime due gare del campionato sicuramente non le faremo. Le faremo dopo. Le recupereremo. Rischiamo di cominciare dal derby fuori casa a Como…

Non sarà affatto facile, anzi. Fatto sta che, se la battaglia legale ancora non è finita, si può incassare con soddisfazione l’appoggio di tre quarti dell’Italia sportiva, se non di più.

Erano tutti d’accordo con noi. Il telefono continua a squillarmi. È una vittoria legale, non una vittoria ottenuta sul campo. Noi quella vera l’abbiamo fatta sul campo, ma ci voleva anche questa, arrivati a questo punto. Entrambe sono costate tanto, sia in soldi e in avvocati che di sportivi ce ne sono davvero pochi, che in termini di sacrifici economici e non fatti sul campo. Tanto c’è sempre Di Nunno che paga, no?

Facciamo finta che quella di oggi sia la parola “fine” a ogni contenzioso e che da domani si possa fare mercato. Cosa ha in mente?

Vediamo di portare a casa quei tre-quattro-cinque giocatori che servono. Appena lei se ne va, ne parliamo con il mister e vediamo. La giustizia ha vinto. Anche il sindaco Gattinoni mi ha chiamato. L’ho sentito al telefono ed era felice come un matto. Per Lecco la serie B è importantissima. Tutti ora parlano di Lecco. E con tutti i problemi che abbiamo avuto, siamo finiti sempre in prima pagina in queste settimane. Avrei preferito di no, ma almeno Lecco ora la conoscono tutti.

Si pente di qualche parola di troppo pronunciata in televisione?

Ma no, perché? Guardi che io ho sempre detto solo la verità. Certo, riconosco che a volte la verità fa male. Il fatto è che io non sono ipocrita, mi conoscete tutti. Ciononostante, non penso di aver mai offeso nessuno, in verità. E soprattutto non ho mai mancato alla parola data a qualcuno. Di Nunno fa quel che dice. Per questo magari sono “scomodo”, a volte.

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