Lancini: «Io sono lecchese e per me è speciale vestire questa maglia»

Intervista con la pallavolista dell’OroCash Picco Lecco: «Le ragazzine ci guardano con ammirazione e ciò mi rende orgogliosa».

Classe ’96 è tra i simboli dell’OroCash Picco Lecco che sta entusiasmando in serie A2. Lei è Arianna Lancini, schiacciatrice da una vita in biancorosso e punto fermo nello scacchiere di coach Gianfranco Milano. Per spirito di appartenenza e Dna potrebbe essere definita il simbolo per eccellenza dello spirito della Picco Lecco. Lecchese purosangue, Lancini ha vestito la casacca della Picco dalla Prima Divisione alla serie A2.

Lancini, dopo la pausa tornate in campo sabato alle 20.30 in casa di Busto Arsizio. Che gara si aspetta?

Per noi è atipico giocare il sabato. Ci attende una gara molto tosta. Detto ciò, la nostra filosofia non cambia, l’obiettivo è provare a strappare punti a chiunque. Ci proveremo anche con Busto, contro cui all’andata riuscimmo a portare a casa un punto.

Nessun timore reverenziale, dunque.

Rispetto sì, ma è una partita da giocare e cercheremo di giocarla a viso aperto. Il 3-2 dell’andata è la dimostrazione che possiamo fare punti anche con le big. Ci sono squadre che sono molto più attrezzate e organizzate di noi, ma non si sa mai quello che può succedere. Magari l’avversario può avere un calo di attenzione, a quel punto dobbiamo essere brave a rimanere in gioco e sfruttare i momenti in cui le altre abbassano la guardia.

Il sesto posto che vale la poule promozione dista un solo punto...

Lo sappiamo, ma è un’impresa durissima, perché ci sono in corsa tante squadre. Sarà una lotta fino alla fine. Ogni settimana la classifica cambia. Olbia, che al momento è sesta, è molto forte in casa. Quella in Gallura è una trasferta ostica, sia a livello logistico sia per l’atmosfera del palazzetto. Noi siamo già andate lì e abbiamo perso 3-0. Il vantaggio è che al ritorno le affronteremo in casa, dovremo sfruttare questo fattore.

Siete vicini a tesserare la schiacciatrice israeliana del ’97 Vitalia Marmen. Quanto serviva un nuovo innesto?

Non c’è ancora l’ufficialità. La ragazza si è allenata con noi, ora vediamo se si concretizza la firma. Sicuramente una giocatrice in più ci farebbe comodo, abbiamo bisogno di un altro cambio. Anche altre squadre in corsa con noi si stanno rinforzando, penso a Offanengo che ha messo sotto contratto Alessia Pomili e l’americana Haylee Nelson.

Si aspettava una Picco in piena corsa per la poule promozione?

Il nostro obiettivo è sempre stato quello della salvezza. Il fatto di entrare nelle prime sei vorrebbe dire essere molto più tranquilli successivamente. Alla vigilia mi aspettavo un campionato duro ed equilibrato. Ciò che non mi attendevo, però, è che se riesci a essere lucido, ogni partita può risultare competitiva, anche quando si affrontano le squadre di prima fascia.

A proposito di squadre di prima fascia, dovete recuperare il match con Brescia.

Non ci aspettiamo di vincere a Brescia, ma, si sa, quando non hai niente da perdere anche in quelle situazioni se trovi l’asso nella manica puoi fare quei punti che possono darti un po’ di ossigeno. Loro hanno perso la finale di Coppa Italia con Roma, ma sono una squadra forte e attrezzata. All’andata abbiamo perso 3-0, un risultato un po’ bugiardo perché ce l’eravamo giocata. Dovremo cercare di tenere il loro ritmo.

Continua a non guardare le statistiche che la vedono in vetta alla classifica delle migliori ricevitrici di serie A2?

Me l’hanno detto, ma insisto a non ”incrociarla”. Sono contenta per la classifica della ricezione, ma non ci penso. Essere in vetta è il frutto del lavoro in palestra e della collaborazione che c’è con le mie compagne a livello di ricezione, quindi è un ottimo risultato che condivido con Serena Zingaro e Ilaria Bonvicini.

Cosa rappresenta giocare per la squadra della sua città?

Io sono di Lecco, per me è diverso vestire questa maglia. Al palazzetto c’è sempre buona parte della mia famiglia, per me è come essere a casa. Mi sono sempre trovata molto bene alla Picco, una società che mi ha sempre dato fiducia e che mi ha portato a giocare in serie A2.

Fiducia ripagata alla grande da lei…

È un insieme di cose che mi hanno portato a essere in campo con le mie compagne e a ritagliarmi il mio spazio. So che sono nel sestetto titolare e che devo dare sempre il massimo per stare lì.

I suoi familiari si alternano tra lei in A2 e sua sorella Melania in B2 con il Mandello?

Sì ed è bellissimo avere la famiglia al palazzetto. Di sabato vado spesso a Mandello a tifare per mia sorella, mentre lei viene al Bione la domenica.

Lei è un esempio per le tante giovani del vivaio della Picco. Come vive questo ruolo?

Da parte del settore giovanile ci sono affetto, supporto e vicinanza. Capisco l’entusiasmo delle tante ragazzine che, vedendoci in campo, possono sognare la serie A. Quest’anno ci sono grande entusiasmo e attaccamento. Tante ragazzine vogliono fare la foto con noi, ci guardano con ammirazione prima e dopo gli allenamenti. Tutto ciò mi dà molto orgoglio. Ogni tanto qualcuna dell’Under 18 ci dà anche una mano in allenamento. La Picco è tutto questo, un ambiente sereno che permette alle ragazzine di crescere, formarsi e sognare di arrivare un giorno in prima squadra.

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