Tutte quelle medaglie targate Abbadia. È l’effetto “Sambuca”

Cinquecento tesserati e una lista già ricca di vittorie.

Il wakeboard, versione acquatica dello snowboard, è stato “importato” in Italia a fine secolo scorso. Più precisamente sul lago di Como, che proprio in quegli anni aveva detto addio allo sci nautico velocità, chiudendo il capitolo del glorioso Giro del Lario, che aveva laureato grandi campioni italiani e stranieri.

La tragedia a Colico di Toto Caimi nel 1995 e l’allentamento delle sponsorizzazioni hanno fatto chiudere il capitolo della velocità, lasciando però un grande vuoto nel settore.

La trovata

Ma a ciò non si sono rassegnati i campioni di quella disciplina ed è stato così che uno di questi, il lecchese Luca di Lelio e il comasco Piero Gregorio, si sono inventati il Wakeboard Tour del Lario, itinerante nelle tappe de Lecco e di Lezzeno.

Sono nate così le scuole che hanno poi diffuso, in vent’anni, la disciplina anche sugli altri laghi. Al Jolly Club e al Morgan di Lezzeno, e Luca De Lellio ha avviato una base al Club Moregallo di Valmandrera. «Io ho iniziato proprio al Moregallo - spiega Claudio Dal Lago, 40 anni, di Colle Brianza, ex atleta e da due anni tecnico federale, oltre che presidente della Sambuca Effect Wakeboard School di Abbadia Lariana - e lì nel 2010, in quattro soci, abbiamo aperto la prima scuola. Cinque anni fa io sono venuto via e mi sono messo in proprio, aprendo l’attuale Sws».

Come funziona la scuola? «Abbiamo circa 500 tesserati, tra soci, genitori e una trentina di giovani atleti. Che fanno wakeboard attualmente sono circa cinquanta, perché oltre agli agonisti ci sono anche gli amatori. La scuola si svolge in tutte le stagioni, anche d’inverno. In questo periodo d’estate arrivano tanti giovani, fanno una prima prova e se si appassionano si iscrivono al club e contemporaneamente alla federazione».

Quest’anno, peraltro, le vittorie non sono mancate. «Come Sambuca i Mondiali di mio figlio Federico e di Alizè Piana e il bronzo di Igor Colombo. Federico si è confermato negli Europei, dove è arrivato anche l’argento di Veronica Riva, alla sua prima esperienza internazionale». Ci sono nuove promesse in arrivo? «Sicuramente. Negli Europei ha esordito un ragazzino di 10 anni di Abbadia Lariana, Noa Gualtieri, che non è arrivato in finale, ma ha i numeri per farlo presto. C’è anche il fratello Liam di otto anni che è sulla buona strada».

I forestieri

Ci sono anche molti altri atleti che arrivano ad allenarsi ad Abbadia. «Certo. Ci sono le gemelle milanesi Alice e Chiara Virag, Mattia Del Fiandra dal Garda e Filippo Chiarelli da Lago d’Orta e altri ancora. Abbiamo anche trovato loro le case da alloggiare durante l’estate. Diciamo che l’80 per cento della nazionale si allena qui ed io partecipo a tutti i raduni e trasferte».

La stagione non è ancora finita. «Appunto. A settembre abbiamo qui ad Abbadia la Wake Zone Cup a squadre, poi a ottobre i campionati italiani assoluti sul lago di Viverone e quelli di categoria a Palermo. Ma prima, dal 5 al 12 settembre, come tecnico federale, accompagnerò la squadra azzurra negli Usa, in Georgia, per il campionato mondiale americano».

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