Chiarino si tuffa nella Hall of Fame . Sì, quella del nuoto in acque gelide

Cerimonia di riconoscimento a Parigi per il cinquantaseienne di Cremella. «Onorato e felice di tale nomina: è un attestato a tutta la carriera e questo mi rende orgoglioso».

Il 2023 di Paolo Chiarino, nuotatore estremo di Cremella classe 1966, si è aperto con un nuovo prestigioso riconoscimento internazionale. Lo scorso fine settimana è infatti andato a Samoëns, in Francia, per entrare ufficialmente nella Ice Swimming Hall of Fame, cerimonia inserita nei campionati mondiali di Ice Swimming. «Sono onorato e felice di questa nomina - le parole di Paolo in merito -. Grazie all’Ice Swimming Hall of Fame e a coloro che mi hanno accompagnato e aiutato nelle mie nuotate in tutti questi anni. È un riconoscimento a tutta la carriera ed è proprio questo a rendermi orgoglioso. Con me c’erano altri tre nuotatori ed è stata una cerimonia molto emozionante».

Chiarino è il primo italiano a riuscire a entrare in queste ristretta cerchia mondiale: «Sì, anche se devo ammettere che al momento, essendo il nostro uno sport relativamente nuovo, siamo solo in otto nuotatori a essere nella Hall of Fame. Per quanto mi riguarda sono ormai undici anni che nuoto in acque gelide, ho avuto la possibilità di farlo in tutto il mondo e questo riconoscimento è qualcosa che rimarrà per sempre».

Le imprese

La sua è una carriera, nel mondo del nuoto in acque gelide, iniziata quasi per gioco accettando la sfida di un amico a nuotare in un fiume a Praga a 2 gradi di temperatura. Da quel momento in poi è stato protagonista di vere e proprie imprese nuotando al Polo Sud e attraversando lo stretto di Bering, giusto per citarne un paio, diventando un vero e proprio ambasciatore dell’ice swimming in Italia.

Il 2022 da poco concluso lo ha visto diventare il primo nuotatore italiano, e il quinto al mondo, capace di nuotare almeno 1 km sia nelle acque del Polo Sud, nel 2019, che in quelle del Polo Nord, lo scorso mese di maggio nelle Isole Svalbard nel Mar Glaciale Artico a -1°.

Tante imprese portate a termine e un sogno per il nuovo anno appena iniziato: «Mi piacerebbe partecipare alla spedizione che ci sarà a ottobre in Mongolia. Una cosa simile a quelle ai poli, ma stavolta nuotando in laghi molto freddi, seguiti da uno staff medico che studierà appositamente le reazioni dell’organismo umano a certe temperature con l’intento di dimostrare che l’uomo è in grado di fare cose che sembravano impossibili».

Il volontario

A mettere i bastoni tra le ruote al campione di origini liguri è l’ingente spesa per partecipare: «Sono viaggi che costano molto. Sto cercando degli sponsor, ma i tempi stringono perché il numero è ristretto a una decina di nuotatori. Il tutto è organizzato dalla federazione internazionale e magari l’amicizia con il presidente potrebbe aiutarmi a entrare anche all’ultimo minuto se trovassi i fondi».

Campione nello sport, ma anche nella vita, e tra le motivazioni che lo hanno portato a entrare nella Hall of Fame c’è anche il suo costante impegno sociale.

«Mi piace abbinare quello che faccio a qualche nobile causa. Questo mi porta a sperimentare anche esperienze sportive al di fuori del nuoto, come la Maratona di Brescia dell’anno scorso accompagnando un ragazzo in carrozzina, o promuovere raccolte fondi per ragazzi disabili o autistici, oltre a passare alcune ore del sabato facendo il volontario».

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