Braccio di ferro, al top a 77 anni Argento e bronzo all’Europeo

Giulio Bertacchi è rimasto l’unico tesserato dell’Ad Adda Calco della presidente Monica Ripamonti.

Nell’ambiente è molto conosciuta, ma forse non tutti sanno che ad Arlate, località della Brianza lecchese, esiste l’Asd Adda Calco che tra le sue attività annovera anche il braccio di ferro. Una disciplina che tutti nella vita, anche solo giocando con gli amici, hanno provato e che grazie al sodalizio brianzolo può essere praticato come uno sport a tutti gli effetti.

«Siamo nati nel 2004 come sala pesi e associazione di body building e culturismo - spiega la presidente Monica Ripamonti - e da ormai 16 anni facciamo anche braccio di ferro, affiliati al Coni e allo Csen». Attualmente, nella specialità, l’unico tesserato è Giulio Bertacchi, 77enne che a fine maggio ha partecipato a Rumia, in Polonia, ai campionati europei nella categoria Ultra Gran Master 78 kg aggiudicandosi l’argento con il braccio sinistro e il bronzo con quello destro.

«In collaborazione con la federazione Fsbfi del presidente Fortunato Tomaselli abbiamo potuto prendere parte agli Europei e i risultati sono stati ottimi, non solo per Giulio, ma per tutta la spedizione azzurra. Ora si torna in palestra per preparare al meglio i Mondiali a cui Bertacchi parteciperà a fine settembre in Francia, a Dieppe».

Braccio di ferro che richiede infatti allenamenti specifici, su un tavolo tecnico presente in palestra, con esercizi per polso e avambraccio e altri appositamente ideati per evitare lussazioni alle spalle e problemi fisici vari legati alla pratica stessa.

Purtroppo, a causa della pandemia, questo sport ha visto ridursi il numero dei praticanti: «Abbiamo provato ad avere anche 7-8 ragazzi contemporaneamente, poi quando abbiamo ripreso dopo il Covid è rimasto solo Bertacchi. Ci piacerebbe iniziare un percorso con le scuole per far conoscere questo sport ai più giovani e contiamo di attivarci in tal senso».

Specialità in cui, oltre alla forza, conta il carattere e il sangue freddo: «Quello che risulta più complicato da far capire ai ragazzi - prosegue Ripamonti - è che le prime volte si può anche perdere, ma è un perdere che serve per mettersi in gioco. Si tratta di incontri che possono durare anche molto poco e ritrovarsi subito con il braccio sul tavolo, dopo aver sostenuto una lunga preparazione, non piace a nessuno»

L’Asd Adda Calco, tramite la sua palestra, si occupa di sport a 360 gradi: «Il nostro intento è quello di avvicinare i ragazzi alla pratica sportiva far vivere loro un’esperienza che sia soprattutto di amicizia e che, attraverso il lavoro in palestra, sia utile anche per chi pratica poi abitualmente altri discipline, dal calcio al basket, senza alcun tipo di preclusione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA