Banfi e la traversata oceanica: «È stata a dir poco meravigliosa»

La soddisfazione di Niccolò per la “gita” di 3.645 miglia sostenuta da Città del Capo a Rio de Janeiro.

Ventuno giorni e diciassette ore nell’Oceano Atlantico del Sud in barca a vela, con venti che sferzavano fino a 50 nodi ma anche con momenti di “calma piatta”. Tutto ciò per una traversata di 3.645 miglia nautiche (6.750 km per intenderci) da Città del Capo a Rio de Janeiro.

Per poter dire “io c’ero”: tanta roba per un ragazzo lecchese di soli 22 anni, Niccolò Banfi.

Universitario, in dirittura di tesi all’Accademia di Brera in design del prodotto e portacolori della Canottieri Lecco, ha contribuito a portare al traguardo il “Translated 9” (uno Swan 65 del 1974, di quasi venti metri e completamente restaurato) dell’armatore e velista Marco Trombetti alla sua prima esperienza transoceanica.

Da Rio, dove rimarrà sino al 20 febbraio prima di ripartire alla volta delle Azzorre, Niccolò sprizza gioia da ogni poro della pelle: «Questa regata, la “Cape2Rio” è stata una cosa a dir poco stupenda - racconta -. La rifarei anche domani e per mille altre volte: difficile da descrivere cosa provo. Senza dubbio è stata un’esperienza incredibile sia sotto l’aspetto umano che formativo». Esperienza importante e gran lavoro di gruppo sotto la guida degli esperti velisti Vittorio (skipper) e Nico Malingri.

«Il lavoro di squadra è stato perfetto - sottolinea Niccolò - tenendo anche conto che per gran parte di noi era una prima volta in una traversata oceanica. Purtroppo abbiamo pagato caro la scelta di navigare a Sud dell’alta pressione con giorni senza vento consentendo agli avversari di superarci. Ma negli ultimi tre giorni, con venti sino a 20 nodi, abbiamo recuperato tanto finendo in scia delle barche in lotta per il podio. E poi l’arrivo è stato da pelle d’oca per come ci hanno accolti».

Insomma un buon banco di prova in vista del giro intorno al mondo a vela, la Ocean Globe Race, alla quale “Translated 9” parteciperà a partire dal prossimo mese di settembre.

«Sì, sono molto soddisfatto del lavoro svolto. La barca ha retto bene permettendoci di testare materiali e la loro usura. Anche le nuove vele sono state perfette. Ora? L’avventura continua».

E continua grazie anche alla grande passione di Marco Trombetti, l’imprenditore della società che da il nome alla barca e che è leader mondiale nelle traduzioni online.

«Anche per me - confessa Trombetti - è stata una esperienza fantastica. Ho provato sia la paura che la gioia di aver superato una sfida che reputavo più grande di me. Niccolò Banfi? Il nostro motto è “we believe in humans”, credere negli esseri umani e Niccolò ne è l’esempio: da semplice velista è già un navigatore oceanico di prima classe».

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