«Noi in testa è strano. Ed è cominciato tutto proprio al Rigamonti»

L’ex bluceleste Matteo Andreoletti è l’allenatore della rivelazione Pro Sesto, capolista nel girone del Lecco.

Un bergamasco al cospetto di una società milanese. Un ex bluceleste in cima al campionato. Matteo Andreoletti, già portiere ed allenatore del Lecco, ma bergamasco “doc” di Alzano Lombardo, classe 1989, con la sua Pro Sesto è balzato agli onori delle cronache per aver raggiunto la cima del girone A del tutto a sorpresa.

Il Lecco lo volle come preparatore dei portieri nel 2013/14 con mister Giuseppe Butti fino a dicembre, quando il tecnico si dimise.

Prima era stato giocatore del Lecco, estremo difensore, dal 2008 al 2009 e da gennaio 2010 a fine campionato.

Nella prima esperienza si salvò, giovanissimo, ai playout con la Sambenedettese, ma in porta il titolare era Zappino.

Nel 2010 invece fu anche lui nel Lecco che retrocedette da ultimo a Como.

Insomma, ricordi in chiaroscuro dell’esperienza bluceleste. Ma sicuramente formativi. E a 33 anni, forse un po’ inatteso, il ruolo di leader della classifica.

Partiamo dai brutti ricordi, mister. Che squadra era quella con cui retrocedette a Como?

Sulla carta una grande squadra. C’erano Marco Sau, Camillo Ciano, Giannone, Corrent, Veronese… Tutti grandi giocatori. Una squadra fortissima che però retrocedette male, a Como... L’ultima nel derby in porta la giocò Orlandi, però, non io…

Dimostrazione che avere i grandi nomi non basta, no?

Per fortuna, il calcio non è una scienza esatta. La carta conta poco, ed è questo il bello del calcio. I valori tecnici vengono spesso e volentieri superati da quelli morali. E dall’empatia che si crea tra piazza e giocatori. Come sta succedendo a Sesto e, mi dicono, anche a Lecco.

Lei guarda tutti da lassù, compresa la sua ex squadra. Come si sente in vetta?

Confesso che stiamo facendo qualcosa di insperato. Per quanto la classifica ci renda orgogliosi, non rappresenta i valori reali della squadra. È qualcosa di inaspettato perché pensavamo a una salvezza sofferta, mentre siamo a 34 punti a una giornata dalla fine del girone d’andata. Qualcosa di incredibile. Un’alchimia tra staff tecnico, squadra e piazza. Ma anche quando zoppicavamo c’era questa alchimia. E devo dire che a dare la svolta fu proprio la vittoria di Lecco.

Lecco decisiva nella storia personale di Andreoletti?

Proprio così: quella partita (al Rigamonti alla quarta giornata, 0-2, ndr) fu uno spartiacque. Fu la prima gara in cui cambiammo sistema di gioco. Passammo dal 4-3-3 al 3-4-3 un po’ spurio, bloccato, con due esterni di corsa e più giocatori tra le linee. Forse è stata la chiave di volta, almeno finora, del nostro campionato. Noi vincemmo una gara equilibrata, ma molto episodica. Quella ci ha cambiato la stagione.

È orgoglioso di questa classifica, non è vero?

Io mi prendo i meriti. Non me ne vergogno. Ma sono fortunato. Tutti hanno trovato posto tra i miei 23-24 giocatori. E chiunque entri in campo fa bene. Persino il portiere 2002 Botti che ha fatto bene cinque-sei partite. Ma anche chi l’anno scorso non ha trovato spazio, come Capelli, è diventato determinante. Chi gioca entra e mi dà risposte incredibili. Per cui è quasi impossibile sbagliare.

E l’ex bomber bluceleste Riccardo Capogna?

Fa il trequartista. E ha capito l’importanza di entrare in corsa, a 35 anni, dalla panchina. Diventa devastante quando è così motivato…

Lecco e Pro Sesto: come finiranno?

Sono squadre giovani, che fanno minutaggio. Lecco per blasone e piazza parte sopra la Pro Sesto, ma direi che siano entrambe le rivelazioni del campionato. È passato solo metà campionato, però. E il Pordenone, il Vicenza, e anche il Padova, verranno fuori. Chiaro che sarebbe bello incastrarsi lì in mezzo. Ma noi vogliamo salvarci. E ora siamo vicini all’obiettivo. Quest’anno un girone A così non si vedeva da anni. E la quota salvezza si alzerà a 45 punti. Dobbiamo raggiungerli in fretta. Poi ci fermeremo e vedremo cosa fare da grandi…

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