Di Nunno: «Mi sono piaciuti». Tacchinardi: «Alzare il livello»

I commenti dopo il successo casalingo (2-0) del Lecco contro la Pergolettese.

Il presidente del Lecco Paolo Leonardo Di Nunno era allo stadio. E ha goduto della vittoria. Lo fermiamo fuori dal Rigamonti-Ceppi, prima che se ne vada: «Mi sono piaciuti i ragazzi perché vogliono vincere. E anche il mister voleva vincere contro la squadra della sua squadra». Il suo Lecco lo fa soffrire, ma lui non si stanca di seguirlo: «Sono stanco e non mi sento bene. Sono tornato alle cinque della notte per giocare (al Casinò, ndr) e poi ero qui allo stadio… Non sto bene ma non mollo mai. Se do dei consigli a Tacchinardi? No. Lo rispetto molto. Ma se vedo che un giocatore dorme, allora glielo dico».

Alla fine se ne va con lo sguardo felice di chi ha visto la propria squadra vincere. E in sala stampa mister Alessio Tacchinardi esordisce con i complimenti alla propria ex squadra: «La Pergolettese è una squadra tosta e difficile da affrontare. Noi siamo partiti forte e poi sono usciti loro... Ma d’altronde queste sono tutte partite di livello alto, agonisticamente. Poi quando abbiamo cambiato qualcosa, abbiamo fatto meglio, poi risofferto e alla fine fatto bene».

Anche perché, Tacchinardi lo sa bene, nella ripresa si è visto un Lecco capace di cambiare pelle: da 3-5-2 a 4-4-2. Ma, al di là del modulo, con tutti gli uomini al posto giusto: Lepore terzino destro, Giudici esterno destro, Zambataro a sinistra… Insomma, una squadra più equilibrata. Il tecnico del Lecco ammette: «Che la squadra possa giocare meglio con il 4-4-2, è plausibile. Ma teniamo conto anche del fatto che i miei ragazzi sono quasi tutti nuovi. Non è facile cambiare e trovare i ruoli giusti nel modo giusto e in fretta. Il nostro precampionato è stato imbarazzante a livello di prestazioni e di risultati. La Pergolettese avrebbe potuto anche pareggiarla, ma non è che si schioccano le dita e si vince. Si vince solo soffrendo in questa categoria…».

Ai punti il Lecco, traversa di Iori a parte, ha meritato pienamente il successo, comunque: «Sapevo che la Pergo aveva giocatori imprevedibili davanti, ma non abbiamo sofferto poi così tanto, traversa a parte. Però dobbiamo alzare il livello di molto. La mia mi sembra una squadra di carattere, che soffre, ma poi rimane una squadra nuovissima, non nuova. Tanti non hanno mai giocato insieme: Celjak, Zambataro, Battistini e Lakti l’hanno fatto, gli altri no. Ma poi ho visto un grande Eusepi che ci dà quella fisicità e pesantezza che se Mangni e Pinzauti si alzano di livello allora potremmo fare bene davanti».

Mangni è la croce e la delizia di Tacchinardi: «Mi fa arrabbiare moltissimo. Lui fa due cose brutte e una bellissima. Mi fa arrabbiare e poi mi da soddisfazione…».

© RIPRODUZIONE RISERVATA