Sicurezza sul lavoro: «Massima attenzione sui cantieri olimpici»

Presidio di un’ora in mattinata sotto palazzo Muzio con le bandiere della Cgil e della Uil a sventolare e incontro in prefettura. Ma anche sciopero di quattro ore che è diventato di tutta la giornata per i metalmeccanici della Fiom e della Uil dopo l’ennesima strage sul lavoro nella centrale idroelettrica di Suviana, in provincia di Bologna, che ha provocato la morte di cinque lavoratori, numerosi feriti e due dispersi. Ha interessato anche Sondrio la mobilitazione di Cgil e Uil i cui aderenti in tutta Italia hanno incrociato le braccia per la salute e la sicurezza sul lavoro, per una giusta riforma fiscale e per un nuovo modello sociale di impresa.

«La gravità dell’infortunio nella centrale idroelettrica, l’ennesimo, in un unico sito produttivo - dice Guglielmo Zamboni, segretario provinciale della Cgil -, richiede da parte da tutti i lavoratori la massima attenzione. Nessuno può sentirsi sicuro dinanzi a norme e leggi che non sanzionano penalmente le imprese colpevoli di non garantire la massima sicurezza dei loro dipendenti». Nell’incontro in prefettura i rappresentanti di Cgil e Uil hanno ribadito l’importanza di una maggiore attenzione negli appalti, nei cantieri, a partire dalla possibilità di introdurre la timbratura agli ingressi così che non debba più capitare di non sapere esattamente quanti e quali sono gli operai presenti e sollecitato le forse dell’ordine ad un’azione di persuasione nei confronti dei lavoratori, per la maggior parte stranieri, che di notte si muovono sulle strade con i monopattini per raggiungere i luoghi di lavoro. «Basterebbe un catarifrangente» dicono.

Quanto ai cantieri, alla sicurezza e alla responsabilità dei committenti, Zamboni cita un esempio. «Il 12 dicembre 2018, in un appalto privato per lavori di ristrutturazione di una diga su un torrente in Valcavargna in provincia di Como - ricorda - un lavoratore, residente in Valcamonica, è scivolato in una conduttura gelata ed è morto per annegamento. Dalle indagini è stato appurato che tutti lo conoscevano, ma nessuno sapeva per quale azienda lavorasse e nessuno ha mai riconosciuto il suo rapporto di lavoro. Dei 4 condannati per la vicenda, tre sono della provincia di Sondrio, ma nessuno dell’azienda committente. Il lavoratore si chiamava Zyber Curri, ad oggi i familiari non hanno ancora avuto alcun risarcimento perché le ditte condannate non avevano cassa e la committente per la normativa non è chiamata a rispondere. L’azione che vogliamo fare ha riflessi pratici e non è una questione ideologica. Con la norma, come noi la vogliamo modificare, il committente avrebbe prestato sicuramente più attenzione, forse anche solo per salvaguardare i propri interessi».

E la stessa cosa secondo i sindacati potrebbe valere sui cantieri olimpici e in particolare in quello della tangenziale di Tirano. «Abbiamo già manifestato al prefetto le nostre preoccupazioni - ancora Zamboni - se, in un’ipotetica accelerata per ultimarla prima dell’evento olimpico, dovessero confluire nel cantiere un elevato numero di lavoratori e imprese. oltre al “sovraffollamento” dell’area e all’incremento del rischio potremo anche avere difficoltà di comunicazione tra lavoratori: perché, in particolare sui cantieri edili, spesso non c’è una lingua comune con la quale dialogare e tanti lavoratori stranieri non sono in grado di capire gli avvertimenti semplicemente perché non conoscono la lingua. Solo che nei momenti di pericolo i secondi che passano fanno la differenza tra il rischio e la disgrazia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA