Accordo tra le Province di Lecco e Como
per collaborare per il futuro del Lario

Nei giorni scorsi a Menaggio, il primo passo, con l’intesa tra le commissioni del paesaggio delle due amministrazioni provinciali, che si occupano di rilasciare pareri per le autorizzazioni paesaggistiche relative alle opere ricadenti sul demanio lacuale

Collaborare per il futuro del Lario, mettendo da parte le storiche rivalità tra Como e Lecco. Nei giorni scorsi a Menaggio, il primo passo, con l’intesa tra le commissioni del paesaggio delle due province, che si occupano di rilasciare pareri per le autorizzazioni paesaggistiche relative alle opere ricadenti sul demanio lacuale. Opere quali pontili, spiagge attrezzate, boe e riqualificazioni degli spondali.Dietro le due commissioni ci sono storie diverse, logiche diverse, dinamiche diverse e spesso anche pareri differenti malgrado magari i casi trattati siano molto simili. Non era semplice, quindi, provare a trovare un punto di incontro. Ci ha pensato l’Autorità di bacino del Lario e dei laghi minori, che per un giorno ha messo tutte le parti sedute intorno allo stesso tavolo.

«Il nostro ente unisce due province: era doveroso provare a coinvolgere entrambe le commissioni e iniziare a trovare un’intesa comune - spiega il presidente Luigi Lusardi -. E’ la prima volta in assoluto che viene organizzato un evento del genere, di estrema importanza per una più ordinata gestione delle istruttorie di concessione demaniale. L’autorizzazione paesaggistica di competenza provinciale rappresenta, infatti, un passaggio istruttorio obbligatorio per poter rilasciare una concessione demaniale finalizzata alla realizzazione di opere come i pontili di attracco, la possibilità di creare spiagge attrezzate, installare boe o occuparsi delle riqualificazioni delle sponde».

La necessità di organizzare un momento di confronto è nata da disomogeneità tradizionalmente incontrate dall’Autorità di bacino «nello sviluppo dei procedimenti amministrativi concessori, essenzialmente riconducibili ai diversi orientamenti assunti dalle due province per le valutazioni di opere simili, con il rischio di dover adottare “due pesi e due misure” per una medesima tipologia di intervento in funzione della collocazione comasca o lecchese della stessa», prosegue Lusardi. Con il rischio che nel comasco venivano autorizzati interventi che invece nel lecchese venivano bocciati, e viceversa. Il lago è solo uno e gli interventi necessitano di essere fatti con lo stesso criterio. Si apre ora un nuovo corso. «L’espressione del parere da parte delle commissioni non è vincolata a criteri prefissati, ma è l’esito di valutazioni legittimamente discrezionali che però si reputa opportuno si basino su principi valutativi comuni», precisa Franco Binaghi, direttore dell’Autorità di bacino. D’ora in poi non dovrebbe esserci più disomogeneità di intervento.

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