Dopo Covid anche il clima
“frena” la stagione bianca

Gli impianti sciistici dei Piani di Bobbio in ritardo Restano fermi i 120 cannoni per l’innevamento

Tutto quello che poteva andare storto per i gestori degli impianti sciistici sta andando storto. La pandemia di Covid-19, le temperature alte, l’assenza di precipitazioni e quindi di neve. Sembrano lontanissimi i tempi in cui, ai primi di novembre, si “sparava” coi cannoni artificiali. Lo scorso anno la stagione si è aperta il 30 novembre mentre oggi, a poco meno di un anno di distanza, ci si chiede ancora quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane.

Sequela di problemi

Al momento i problemi che affliggono i gestori sono due: temperature alte e restrizioni che impediscono non solo gli spostamenti, ma anche l’apertura delle strutture.

«In realtà il primo è un falso problema per noi - dichiara Massimo Fossati, gestore di ITB, Imprese Turismo Barziesi - è il nostro lavoro quello di saper cogliere il momento giusto per poter sparare la neve. Il problema grosso è l’incertezza sull’apertura della stagione. Se dovessimo perdere tutte le vacanze natalizie, ossia non riaprire prima dell’Epifania, per noi sarebbe un disastro dal punto di vista economico, perderemmo oltre la metà degli introiti».

Nonostante qualche giorno fa siano stati azionati gli impianti sparaneve - “abbiamo testato i macchinari” - al momento non c’è nessuna fretta nell’imbiancare le piste di Bobbio. «Se fosse stato lo come lo scorso anno, ossia con un’apertura prevista attorno ai primi di dicembre, penso che avremmo cercato di sfruttare tutte le finestre di temperatura possibile per poter fare neve. In questo momento non ci danniamo certo l’anima per produrre neve, senza avere le condizioni ideali».

«Non è una resa», ma quasi

Senza la pressione di dover aprire, i centoventi cannoni sparaneve a Bobbio restano fermi. «Seguo con attenzione la situazione meteo per individuare il momento giusto in cui azionarli. Al momento sembrerebbe che attorno al 3 dicembre le temperature possano essere ideali. Per noi è proprio una questione di resa: se ad alte temperature, attorno ai -2 gradi, un cannone produce 5 mq di neve all’ora, scendendo attorno ai -8/-9 la produzione può arrivare anche a 60 mq, utilizzando la stessa energia».

Il costo della produzione della neve è qualcosa che i gestori devono mettere in conto da subito, senza sapere come e quando potranno aprire. «Ormai la neve artificiale, con un cristallo più resistente alla variazione delle temperature, è indispensabile nella preparazione di un fondo di qualità, quella naturale non basta più. Dai primi di dicembre faremo i mucchi, ma non prepareremo le piste con i battipista prima della certezza di aprire. Per quello bastano un paio di giorni, una volta che avremo il via libera».

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