Tirano, ponte sul Poschiavino. Menegola: «Interverremo»

Il presidente della Provincia rassicura: «Appena sarà di nostra competenza ce ne occuperemo»

«Quando la problematica sarà portata sul tavolo della Provincia la affronteremo, come abbiamo affrontato anche tutte le altre finora. Ci mancherebbe altro». Rassicura con voce ferma il presidente della Provincia di Sondrio, Davide Menegola, su un intervento dell’ente da lui guidato in merito alla messa in sicurezza del ponte sul Poschiavino, fra Tirano e Villa di Tirano.

Il rifacimento del ponte è richiesto, lo ricordiamo, da due anni ormai dal “Comitato per la messa in sicurezza del fiume Poschiavino”, formato da un centinaio di famiglie del quartiere sud di Madonna di Tirano. Nei giorni scorsi è intervenuto l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Tirano, Benedetto Del Simone, che, riflettendo sulla situazione anche in seguito al recente appello lanciato dopo le frane in Valposchiavo, ha detto: «Una volta che sarà conclusa la realizzazione della tangenziale di Tirano – il parere di Del Simone -, l’attuale strada statale 38 del passo dello Stelvio nel tratto fra Villa di Tirano e Tirano e fino a Piattamala, al confine con la Svizzera, passerà di competenza alla Provincia. In sostanza l’arteria viabilità subirà un declassamento e non sarà più statale. Pertanto, con il trasferimento delle competenze sulla strada da Anas alla Provincia, toccherà alla Provincia occuparsi della sua manutenzione e sicurezza».

E, dunque, anche della costruzione di un nuovo ponte in sostituzione dell’attuale realizzato in passato con un pilastro centrale posto di trasverso alla corrente dell’acqua che creare, in situazioni di maltempo, ostruzioni con accumulo di pietre a ramaglie di ogni genere e conseguente rischio per l’incolumità della popolazione. Si chiede, dunque, che il ponte venga rifatto con una struttura diversa, senza il pilastro centrale, con una sola travata portante; opera che la moderna tecnologia costruttiva ora permette.

«Ribadisco – risponde Menegola -, al momento non si tratta ancora di una strada provinciale e, amministrativamente parlando, sarebbe complicato che questa istanza diventi una priorità, ma nel momento in cui la strada sarà nostra si provvederà. Come ci siamo occupati e ci stiamo occupando degli altri ponti sulle strade provinciali, anche quello che dovremmo eventualmente ereditare da Anas verrà per forza preso in considerazione, anche perché ci sono delle responsabilità oggettive che vanno in capo all’ente che sovrintende ad una infrastruttura. Faremo accertamenti e verifiche e poi, in base ai dati che risulteranno, decideremo le priorità. Il piano di ristrutturazione e rifacimento dei ponti passa attraverso un monitoraggio e un censimento che ne determina la durata e anche la sicurezza. Se abbiamo un ponte che ha dieci anni di vita ed uno che ne ha due, ovviamente significa che si ragionerà inizialmente sul primo, compatibilmente con le risorse disponibili».

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