«Sofia tornerà in pista più forte di prima»

La caduta Il racconto del dottor Panzeri, medico comasco che ha aperto da poco un Trauma Center a Bormio. «Non era una bella frattura, operazione ok grazie anche al rapporto di reciproca fiducia tra lei e il nostro staff»

«Non è una bella frattura, ma Sofia come sempre tornerà in pista e più forte di prima».

A dirlo, rassicurando anche i tantissimi fan in apprensione, il medico chirurgo che ha operato per l’ennesima volta Sofia Goggia, il dottor Andrea Panzeri, presidente della commissione medica Fisi, professionista comasco conosciuto e apprezzato anche in Alta Valtellina quale responsabile del nuovissimo Trauma Center inaugurato a Bormio nel periodo natalizio.

Gli appassionati di sport ma non solo, visto la caratura trasversale del personaggio Sofia Goggia, ricorderanno la notizia choc diramata dall’ufficio stampa della Fisi il 5 febbraio, riguardante la frattura della tibia e malleolo tibiale della gamba destra patita durante un allenamento in slalom gigante sulle nevi bresciane di Ponte di Legno.

Dalla pista

«Sofia mi ha chiamato direttamente dalla pista dicendomi: “Ciao doc, mi sono fatta male” - racconta al nostro quotidiano il dottor Panzeri -. Lì per lì mi sembrava piuttosto tranquilla, ma so che Sofia conosce molto bene il suo fisico e le sue sensazioni, infatti ha subito aggiunto: “Doc, mi sono rotta la tibia”. A quel punto è partito tutto l’iter organizzativo della clinica San Donato di Milano e nel giro di poco tempo Sofia, immobilizzata direttamente in pista a Ponte di Legno, è stata elitrasportata all’ospedale di Bresso».

Un rapporto di lunga data quello tra Panzeri e la stessa Goggia, una amicizia vera che va al di là del rapporto professionale tra medico e paziente, una amicizia fatta nel vero senso della parola di gioie, per i tanti successi della fuoriclasse sciatrice bergamasca, ma anche di tanti dolori. «Appena arrivata alla clinica La Madonnina di Milano, abbracciandomi Sofia mi ha detto: “Siamo ancora qui”. Io annuendo l’ho rinfrancata dicendole che sarebbe andato tutto per il meglio. Dopo la conferma della Tac, ho optato immediatamente per l’intervento chirurgico, avvalendomi di uno staff di esperti conosciuti anche da Sofia, perché anche l’aspetto umano di reciproca fiducia, quando è possibile, è di fondamentale importanza. La frattura della tibia è una di quelle particolari, molto bassa rispetto alle classiche dello sci alpino. L’intervento (riduzione della frattura articolare scomposta pluri frammentaria del pilone tibiale, ndr) è riuscito molto bene, così come sta procedendo secondo la prassi anche il decorso post operatorio anche se sente ancora dolore, purtroppo».

La riabilitazione

Da vera guerriera, la campionessa olimpica di Pyeongchang 2018 non ama i giri di parole. «Immediatamente, aprendo gli occhi dopo l’intervento, Sofia ha voluto sapere l’esito: “Tutto bene Sofy, ho risposto io, ora comincia il tuo periodo riabilitativo”. L’ennesima riabilitazione della sfortunata carriera della Goggia, che in linea di massima avverrà in questi termini. «Per un mese e mezzo circa la fisioterapia sarà molto soft, visto che non potrà appoggiare il piede per terra. Nel giro di due mesi o due mesi e mezzo potrà liberarsi dalle stampelle e ovviamente il ritorno sugli sci non è previsto prima di 4 o 6 mesi, in base come sempre alla capacità di recupero della paziente».

Sofia Goggia, molto attiva sui social, prima di essere dimessa non ha perso l’occasione di ringraziare pubblicamente il dottor Panzeri pubblicando una foto durante la medicazione e postando il messaggio: “Sempre al mio fianco”.

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