«Test di idoneità al docente pugliese». Il preside: «Non è vero»

Scuola L’istituto De Simoni Quadrio al centro di un caso. Il padre di un candidato ha ventilato ipotesi di razzismo. Toffi nega: «Da lui intemperanze verbali e fisiche»

«Non è stato chiesto alcun test di idoneità né messe in discussione professionalità o preparazione. Improprio e fuori luogo inoltre parlare di razzismo e xenofobia: assolutamente no».

Fa chiarezza, ma soprattutto rimanda al mittente tutte le “accuse” il dirigente dell’istituto d’istruzione superiore De Simoni-Quadrio Gianmaria Toffi, che dà la sua versione dei fatti dopo essere finito nell’occhio del ciclone per un articolo pubblicato sull’edizione di Bari del 27 settembre da Repubblica.

La premessa

A “denunciarlo” alla testata nazionale un 22enne, Marco De Serio, docente di Gravina in Puglia, che il 25 settembre si è presentato al De Simoni accompagnato dal padre per prendere servizio come supplente per il posto della cattedra di tecniche e tecnologie multimediali, convocato in seguito alla Mad da lui presentata. Ovvero la procedura di “messa a disposizione”, domanda che un soggetto ha la facoltà di inviare a un istituto per comunicare la propria disponibilità a svolgere un determinato incarico in qualità di insegnante, essendo in possesso di titoli e studi necessari secondo la normativa in vigore.

Stando al racconto fatto dal candidato, gli sarebbe stato chiesto un test di idoneità, da lui rifiutato e a quel punto sarebbe stato cacciato dal preside - «sbattendoci la porta in faccia» la dichiarazione del padre su Repubblica ventilando l’ipotesi di razzismo e di xenofobia citando commenti fatti in dialetto dai presenti -, sentendosi male al punto da dover chiamare un’ambulanza per difficoltà respiratorie. Ma non è finita: l’insegnante avrebbe presentato una denuncia alla questura di Sondrio, accusando il dirigente di aver messo in dubbio le sue capacità professionali.

Dal canto suo Toffi dice di non essere a conoscenza di alcuna denuncia a suo carico: «Quella del test d’idoneità è una boutade: assurdo. La realtà dei fatti è un’altra: si è proposto al candidato un momento di confronto in classe, prima di entrare nel ruolo di docente». Una sorta di prova sul campo, per rapportarsi con gli alunni, affiancato in laboratorio da un altro collega dell’istituto «ma esclusivamente sul piano relazionale, perché è di questo che stiamo parlando» tiene a precisare Toffi.

Accompagnato da papà

Praticamente padre e figlio si sono intrattenuti un’oretta circa nell’ufficio del preside, dove l’atmosfera si sarebbe surriscaldata, con il rifiuto della proposta al confronto: «Di fronte a intemperanze verbali e anche sul piano fisico - del padre, nda -, lo si è invitato ad allontanarsi dell’ufficio», anche perché il genitore non avrebbe avuto titolo ad essere presente al colloquio. All’uscita il papà ha subito chiamato i soccorsi e le forze dell’ordine. Cosa che il dirigente non smentisce: «Davanti a scuola c’erano sia l’ambulanza che un’auto della polizia».

Ma c’è dell’altro e lo si è scoperto solo ieri. Lo si è evinto dal provvedimento di annullamento dell’individuazione per la proposta di supplenza di De Serio pubblicata all’albo online del De Simoni. In verità infatti il candidato non avrebbe neanche potuto inoltrare la Mad, in quanto già iscritto alle Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps, in questo caso nella provincia di Bari). Secondo la normativa è illegittima la sua candidatura, poiché a chi è presente nelle Gps non è data facoltà percorrere anche il canale della Mad.

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