Sondrio, una provincia sempre più anziana

L’incidenza maggiore degli over 65 rispetto al totale della popolazione, una lista d’attesa per le residenze sanitarie di 10.199 persone che nell’ultimo anno ha segnato un incremento del 46%, seconda solo a Bergamo (+54%), ma anche il territorio in cui la retta minima media per gli anziani in struttura è la più bassa della Lombardia.

E’ il quadro sulla situazione delle Rsa e degli anziani nell’area dell’Ats della montagna, che comprende oltre all’intera provincia di Sondrio anche l’Alto Lario e la Val Camonica per 170 Comuni e una popolazione totale di 293.181 unità di cui 73.613 over 65, secondo quanto emerge dai dati 2023 dell’Osservatorio dei pensionati Fnp Cisl Lombardia che ha monitorato la situazione delle 721 Rsa presenti sul territorio lombardo. Il numero totale di posti letto autorizzati in Lombardia è di 66.395 (349 in più rispetto al 2022), di cui 57.629 contrattualizzati, ovvero quelli per cui il Servizio sanitario regionale finanzia una parte della spesa.

L’Ats della montagna conta complessivamente 2.968 posti autorizzati e 2.363 contrattualizzati, dieci in più rispetto al 2022. Anche nel 2023 le strutture hanno aumentato la loro offerta di posti letto solventi (ovvero quelli con il costo complessivo a carico dell’utente), portando la dotazione complessiva a 8.388 unità (307 in più rispetto al 2022), di cui 605 nelle strutture presenti nel territorio dell’Ats della montagna, in aumento di 32 rispetto all’anno precedente. L’incidenza della popolazione anziana rispetto al totale dei residenti in provincia di Sondrio, Valcamonica e Alto Lario è la più alta di tutta la regione, pari al 25,11%. Complessivamente i posti per i 73.613 over 65 nelle 39 rsa (38 private di cui 32 onlus e una pubblica) hanno un’incidenza del 4,03%.

L’analisi dettagliata compiuta dalla Cisl relativa alla situazione dei costi che le famiglie sostengono per l’assistenza nelle Rsa conferma che le strutture in Lombardia operano con un’assoluta libertà infatti, le tariffe si differenziano molto tra le diverse strutture. I dati dell’Osservatorio mostrano un’enorme volatilità per quanto riguarda la parte della retta pagata dall’ospite: la differenza va da una retta minima media di 57,29 euro al giorno nell’Ats della montagna (dove la massima è di 66,81 euro) fino ad una retta media massima di 96,81 euro al giorno nell’Ats della Città metropolitana di Milano. Quanto alla retta media dei posti solventi nell’Ats della montagna risulta di 77,78 euro al giorno, 15,73 euro al giorni in più della retta media. Dati in costante aumento se confrontati con il trend storico degli ultimi cinque anni. Nell’area dell’Ats della montagna la retta minima nel 2019 era di 51,22 euro ovvero 6,07 euro in meno di quella attuale (10,6%), quella massima di 58,77 euro, 8,04 euro in meno del 2023. Un aumento nel quinquennio del 12,03% che è il più alto di tutta la Lombardia. «L’auspicio – dicono dalla Fnp Cisl - è che la deliberazione di fine anno da parte della Regione Lombardia inizi a produrre effetti anche per le persone assistite nelle strutture: la norma prevede che le Rsa con una retta superiore del 2% rispetto alla media dell’Ats di ubicazione, non possono aumentarla a partire dal primo gennaio di quest’anno».

Nell’indagine viene poi calcolato, secondo anche i dati forniti da altre ricerche del settore long term care, a quanto ammonta la spesa sostenuta da una persona ricoverata in una struttura della Lombardia: prendendo a riferimento la retta media giornaliera regionale (72,93 euro) e moltiplicandola per 365 giorni, risulta che la spesa sostenuta in media nel 2023 è stata di 26.619 euro, in crescita rispetto al 2022. Quanto alle liste d’attesa, nel territorio dell’Ats della montagna è passata dalle 7.004 unità del 2022 alle 10.199 del 2023 con un incremento cioè di 3.195 persone pari al 46%, l’aumento percentualmente più alto in Lombardia dietro solo a Bergamo.

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