Sanità, varato il piano regionale anticode. A Sondrio più di 160 mila prestazioni entro l’anno

Varato il piano regionale anticode in sanità, intese come liste d’attesa, che, per quanto riguarda l’Ats della Montagna e quindi anche la provincia di Sondrio prevede l’erogazione di 162.200 prestazioni nelle strutture pubbliche da qui a fine anno, delle quali 61.200 sono prime visite e 101mila sono esami strumentali, siano ecografie, Tac o risonanze magnetiche.

Cui si aggiungono 29.100 prestazioni erogabili, sempre da qui a fine anno, dalle strutture private accreditate suddivise in 9mila prime visite, in 5.100 Tac e risonanze magnetiche e in 15mila altre prestazioni di diagnostica.

Per un complessivo di 191.300 prestazioni che l’assessorato al Welfare di Regione Lombardia, in capo a Guido Bertolaso, ha ritenuto erogabili dalle strutture pubbliche e private dell’Ats della Montagna nel periodo aprile-dicembre 2024.

E non è tutto, perché Bertolaso e il suo staff hanno anche indicato i tempi di erogazione delle prestazioni stabilendo in 20 minuti quelli per le prime visite cardiologiche, dermatologiche e ginecologiche, in 15 minuti quelli per l’eco all’addome, in mezz’ora quelli per le risonanze magnetiche e in 45 minuti interventi come le polipectomie.

«É solo una questione di organizzazione e di razionalizzazione dei tempi e delle risorse - ha precisato Bertolaso, ieri, in conferenza stampa -, perché, ovvio, non saremo lì a cronometrare e a controllare nessuno. Diciamo che questo è lo standard che abbiamo utilizzato per stabilire i posti da mettere a disposizione nelle agende pubbliche e del privato accreditato di qui a fine anno. Tenendo presente che, dal 6 maggio prossimo, abbiamo anche previsto la possibilità di effettuare visite ed esami nel pubblico e nel privato accreditato anche al pomeriggio, dalle 16 alle 20 e il sabato mattina. Per un totale di più di sette milioni di prestazioni che andiamo a garantire su tutto il territorio lombardo, un milione in più rispetto al 2023 stanziando 61 milioni di euro. Un impegno importante, ma non è il dato economico che ci preoccupa perché il problema consiste, invece, nel reperire le risorse umane utili allo scopo e utili a garantire il funzionamento di ospedali e case di comunità».

Questo è il grande dilemma, anche se l’assessore ha precisato che «nel caso in cui la struttura di riferimento non riesca a garantire la prestazione nei tempi indicati in ricetta - ha detto - allora dovrà erogare la prestazione in regime di libera professione con tutti gli oneri a proprio carico escluso il ticket. Che è diverso, però, dal farsi rimborsare una visita effettuata in privato di propria sponte dal paziente nel caso in cui non abbia trovato posto nel pubblico o nel privato accreditato. La gestione del percorso deve rimanere in carico all’ente».

Stabiliti anche i tempi di consegna degli esiti degli screening, ridotti rispetto a quanto accade oggi, cioè tre giorni anziché cinque in caso di mammografia positiva, tre anziché sei per il test positivo del tumore del colon retto, con approfondimenti entro 30 giorni dal test positivo per il colon retto, entro 28 per la mammografia positiva ed entro 45 giorni dal test di screening positivo sulla cervice uterina.

Ancora, Bertolaso sta lavorando all’attivazione del Centro unico di prenotazione lombardo che sarà attivato entro fine anno in otto enti sanitari pubblici e in due privati e, sul fronte del reclutamento del personale in Paraguay «più di 3mila infermieri e 500 medici si sono detti interessati - ha detto -, e 50 le mail di professionisti arrivate in Regione da professionisti che si sono detti disponibili a lavorare in Lombardia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA