«Macchia sta bene, deve solo tranquillizzarsi»

Parlano i volontari che hanno salvato la cagnolina dispersa in Valmalenco

Macchia sta riassaporando l’atmosfera di casa, accudita con tutte le attenzioni necessarie a un cane che ha passato otto mesi da solo nel bosco in montagna sopra Caspoggio, riuscendo a superare il freddo e la fame dopo che, lo scorso agosto, si era allontanato dalla sua padrona facendo perdere le tracce.

A prendersi cura di Macchia, restituendole quella stabilità che aveva perso, sono gli operatori del canile di Taverne a nord di Lugano dove è stata portata lunedì da Antonio Tanzillo e della moglie che, con Debora Fiora dell’associazione italiana Acchiappalevrieri, avevano catturato Macchia attirandola con buon cibo, quello che, probabilmente, la cagnolona bianca con una macchia nera, da qui il suo nome, non assaggiava da mesi. Nonostante la fuga e la vita solitaria nei boschi della Valtellina, Macchia è stata trovata in buone condizioni fisiche.

«Macchia sta bene, è serena e deve solo tranquillizzarsi – spiega Luella del canile di Taverne -. Sta vivendo un grande cambiamento, visto che dalla vita con la sua padrona si è trovata per tanto tempo a gestirsi da sola nel bosco e ora è tornata a una vita ancora diversa. Non è un cane fobico, deve solo riabituarsi a una situazione che per lei ora è nuova». Quanto tempo Macchia resterà al canile non si può sapere: «Starà qui finché sarà necessario – aggiungono dal canile –. Ha circa tre anni e ha vissuto una disavventura».

Prematuro anche ipotizzare dove vivrà il resto della sua esistenza, ma «è un cane di proprietà, non sappiamo se tornerà alla sua proprietaria – concludono a Taverne -, ma c’è già chi è interessato a lei. La priorità è che si rimetta e ritrovi il suo equilibrio».

Contenta anche Debora Fiora dell’associazione di volontari Acchiappalevrieri di Besano (in provincia di Varese) che recupera levrieri smarriti e altri cani. Debora è rimasta «due notti in montagna – racconta – appostata in un casottino dei cacciatori ad aspettare Macchia che è arrivata lunedì all’una e mezza circa. Non è stato facile prenderla e in tanti hanno collaborato. Dal primo avvistamento a gennaio le si è lasciato del cibo che però lei mangiava in modo incostante. Sono stati bravissimi i guardiacaccia, i cacciatori e le autorità competenti. Negli ultimi tre o quattro giorni sono intervenuta io perché ho una gabbia adatta dove abbiamo lasciato del cibo così che Macchia entrasse. E così è stato. C’è chi mi ha detto che dovevamo lasciarla libera di vivere da sola e felice nel bosco, ma non avremmo fatto il suo bene; non sa procurarsi il cibo e avrebbe corso seri rischi. Ora è al sicuro».

Debora è la referente di Acchiappalevrieri che è nata 15 anni fa e si occupa di cani scomparsi in tutta Italia «ma abbiamo anche una succursale in Canton Ticino – spiega orgogliosa – diamo la possibilità a tutti i cani di tornare a casa, anche a quelli di proprietari che non potrebbero sostenere i costi della loro ricerca. Siamo tutti volontari, lavoriamo per i cani giorno e notte. Io sono decoratrice, ma ormai l’associazione assorbe gran parte del mio tempo. Ci sosteniamo con donazioni garantendo a tutti la stessa professionalità».

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