Fucilate sul confine, indaga la procura svizzera

Svolta giudiziaria nel caso dell’incidente venatorio di Villa di Tirano avvenuto la mattina del 10 settembre 2022 in zona Lüghina, nel territorio tra Brusio e la Valtellina, nel quale un trentenne della Valposchiavo fu ferito da un cacciatore valtellinese. Lo svizzero di Brusio se la cavò miracolosamente, dopo essere stato per diversi giorni in coma. Un incidente proprio sul confine italo-svizzero. In un primo momento sembrava che la questione giudiziaria fosse di sola competenza italiana, ritenendo che tutto fosse successo sul suolo italico; invece le indagini svizzere hanno ora dimostrato che anche la giustizia elvetica potrà procedere visto che il ferito era in territorio cantonale. Di fatto il valtellinese oltre frontiera dovrà rispondere di tentato omicidio. Dopo che la Procura di Sondrio nella prima metà del 2023 aveva archiviato il caso, senza individuare responsabilità penali a carico del 54enne valtellinese che aveva sparato, ora il Ministero pubblico grigionese ha decretato l’avvio di un procedimento nei confronti del cacciatore italiano per tentato omicidio intenzionale. Gli inquirenti si sono riattivati dopo avere appreso che l’indagine in Italia era stata archiviata. Aperto l’incarto, la magistratura cantonale ha avviato accertamenti per stabilire la propria competenza territoriale. Tra settembre e ottobre scorsi, è stata fatta una scansione 3D della zona oggetto dei fatti e un’ispezione sul posto per ricostruirli. Secondo i rilevamenti effettuati emergerebbe che il proiettile partito dal territorio italiano ha raggiunto al petto il cacciatore della Valposchiavo su suolo svizzero. Lo attesterebbero macchie di sangue della vittima rinvenute entro i confini grigionesi e la testimonianza di un altro cacciatore. Da qui la conseguenza che, come si legge in un’ordinanza del Tribunale cantonale pubblicata nei giorni scorsi, le autorità di perseguimento penale svizzere, quindi anche la Procura pubblica dei Grigioni, non possono essere ritenute territorialmente incompetenti. La Procura di Sondrio invece archiviato il caso perché la vittima aveva presentato tardivamente querela. Nessun effetto aveva avuto la richiesta della procura retica alle autorità italiane di assumere il procedimento penale. Richiesta data dal fatto che, sulla base della prima ricostruzione, l’incidente di caccia veniva situato in territorio italiano. Al Tribunale cantonale dei Grigioni si è giunti perché l’avvocato del cacciatore indagato ha contestato l’avvio del procedimento penale in Svizzera. Censure che riguardavano il fatto che il 54enne valtellinese era già stato oggetto di un’inchiesta in Italia. La difesa ha invocato il divieto di un secondo procedimento per la stessa fattispecie, ma questa istanza è stata respinta dal Tribunale cantonale dato che, come si legge ancora nell’ordinanza datata 12 febbraio, l’autorità italiana ha archiviato il procedimento per una questione formale senza avere in alcun modo esaminato il caso nel merito. A meno di ricorsi al Tribunale federale, l’inchiesta della procura grigionese potrà quindi proseguire.

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