presidente Scatto (Lega-Lv) presenta Pdls per detrarre dai redditi spese per consumi culturali

(Arv) Venezia 19 set. 2023  – Biglietti del cinema, abbonamenti teatrali, spese per visite guidate, laboratori e iniziative culturali dovrebbero essere spese detraibili dal reddito, come le spese mediche o quelle per lo sport dei figli. Questo l’obiettivo della proposta di legge, da inviare al Parlamento nazionale, che la presidente della commissione Cultura del Consiglio veneto,  Francesca Scatto  (Lega-Lv), ha depositato a palazzo Ferro Fini perché l’assemblea veneta la faccia propria e la promuova presso le Camere, a Roma. “Se la cultura è un bisogno primario della persona, come afferma la nostra Costituzione, va riconosciuta e tutelata come la salute”, argomenta Francesca Scatto, nel presentare i contenuti della sua proposta agli operatori dell’informazione. “Le spese per i consumi culturali devono essere considerate dallo Stato alla stessa stregua di quelle per le cure mediche, per i farmaci, per l’istruzione e il benessere psicofisico della persona. Da qui la proposta di renderle detraibili, integrando la tipologia di agevolazioni fiscali previste nel testo unico delle imposte sui redditi. La competenza in materia fiscale è solo statale, per cui, come consigliera regionale, ho presentato un testo che spero sia fatto proprio dall’intero Consiglio e che affido alla determinazione dei nostri parlamentari, a cominciare da quelli veneti, di ogni colore politico”.

La proposta di legge avanzata da Scatto specifica l’elenco delle spese individuali che dovrebbero essere detratte nella dichiarazione dei redditi:
1) l’acquisto di biglietti d'ingresso a musei, mostre, esposizioni, accesso a parchi, giardini, dimore storiche e ad altri beni monumentali; 2) la partecipazione a visite guidate a città, siti culturali, archeologici, paesaggistici ed ambientali; 3) la partecipazione ad attività formative, workshop, laboratori e altri eventi promossi da istituti di cultura riconosciuti, enti pubblici ed enti privati che svolgono attività nel settore culturale; 4) l'acquisto di biglietti d'ingresso a spettacoli cinematografici e dal vivo; 5) l'acquisto di abbonamenti cinematografici e per stagioni di spettacolo dal vivo; 6) l'acquisto di libri, riviste culturali e di opere audio o video protette da diritti d'autore; 7) l'acquisto di quote associative annue di partecipazione ad associazioni culturali; 8) il microfinanziamento di iniziative di crowdfunding, finalizzate alla realizzazione di progetti.

La detraibilità delle spese culturali – secondo il testo depositato – non prevede tetti di spesa, né limiti di reddito (vedi Isee). L’impatto ipotizzato per il bilancio dello Stato è di 40 milioni di euro di minori entrate. “Una cifra consistente solo in apparenza - chiosa Scatto - perché In realtà il peso delle detrazioni sarebbe compensato dall’effetto ‘volano’ che tale misura determinerebbe sul comparto culturale, incentivando l’attività di sale cinematografiche, teatri e spettacoli dal vivo, nonché gli investimenti di privati nella valorizzazione e riqualificazione del patrimonio artistico, monumentale e museale del nostro territorio, che rappresenta la prima e grande risorsa per lo sviluppo e l’economia dell’intero Paese. Le attività culturali, per la loro caratteristica strutturale di intrinseca fragilità, vanno verso lo squilibrio finanziario – riconosce Scatto - Ma se consideriamo la cultura come fattore di benessere sociale, di civiltà e di sviluppo anche economico, abbiamo il dovere di favorirne l’accesso e di incentivarne il consumo, in chiave universale ed egualitaria”.

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