Inaugurata a palazzo Ferro Fini mostra “Venezia: dal primo Lazzaretto al controllo delle pandemie"

L’assessore del Comune di Venezia  Simone Venturini  ha portato i saluti del sindaco Brugnaro e ha ringraziato l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e tutta la sua squadra per il grande lavoro svolto. Venturini ha sottolineato come “l’invecchiamento della popolazione rappresenta ormai una sfida impegnativa che dobbiamo affrontare tutti assieme, seguendo la scienza. E proprio questa mostra ha una grande qualità: ci accompagna lungo un viaggio attraverso la Storia che offre spunti utili ad analizzare il presente. Perché la Serenissima ebbe il merito di adottare un metodo innovativo per affrontare i problemi, ispirato al pragmatismo e all’ascolto degli esperti, superando ideologie per individuare soluzioni efficaci”.

Luisella Pavan Wolf ,   ambasciatrice del Consiglio d’Europa, ha evidenziato come “l’Europa non poteva mancare all’inaugurazione di questa mostra per vari motivi, in primis in quanto l’esposizione racconta vicende non solo veneziane ma profondamente europee: il diffondersi della peste, le relative conseguenze sociali ed economiche, hanno rappresentato eventi fondamentali che hanno inciso profondamente sulla Storia del Continente, e non solo. La peste, e più in generale tutte le epidemie, hanno lasciato impronte marcate sulla cultura, sull’arte e sulla mentalità dell’Occidente, ingenerando la paura dell’altro, del diverso; aspetti, questi, che caratterizzano anche la società contemporanea. Venezia capì prima di tutti che la peste si doveva affrontare adottando misure collettive e il metodo veneziano di controllo dell’epidemia, con l’istituzione dei lazzaretti e l’organizzazione del sistema portuale, è stato esportato in tutta Europa”. Luisella Pavan Wolf ha anche ricordato che “il Consiglio d’Europa è una istituzione che dal 1949 difende i diritti umani, in primis quello alla salute, e anche per questo è importante essere presenti oggi dato che Venezia istituì il primo sistema sanitario pubblico: tutti abbiamo diritto a una esistenza dignitosa e deve essere garantito a tutti l’accesso alle risorse e il diritto alla salute, la cui tutela rappresenta un dovere fondamentale per lo Stato, chiamato a organizzare sistemi sanitari pubblici”.

L’ambasciatore  Umberto Vattani , già Segretario generale del ministero degli Affari Esteri e attuale presidente della ‘Venice International University’, ha posto l’accento sulla “indiscutibile supremazia di Venezia nell’affrontare i problemi sanitari. Venezia ha iniziato, prima di altri Paesi, a instaurare rapporti di collaborazione con altri Stati dall’alto delle proprie competenze, e ha inventato una vera e propria politica di prevenzione, approntando strumenti utili ad affrontare i problemi prima che si verifichi un’emergenza. Venezia ha quindi avuto un ruolo pionieristico nella sanità ma anche in altri campi e ora è chiamata a essere cassa di risonanza anche fuori dai confini nazionali”.

Il professore  Silvio Brusaferro , presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ed esperto di sanità pubblica, ha osservato come “questa mostra, tra diversi contenuti, ci mostra l’importanza della sanità pubblica che i veneziani, per primi, riuscirono a declinare e a strutturare in modo organizzato all’interno di un processo statuale” e ha invitato tutti ad essere “orgogliosi del fatto che la sanità pubblica moderna è nata proprio a Venezia grazie allo sforzo, profuso da tutta la comunità, di promuovere la salute collettiva nella convinzione che senza salute non ci potesse essere neppure il benessere sociale e la crescita economica. E oggi siamo chiamati a raccogliere questa eredità, lavorando tutti assieme, al di là delle particolari identità e dei rispettivi interessi, per tutelare la nostra salute”. Il professore Brusaferro ha infine sottolineato “l’importanza che questa mostra nasca nel segno della collaborazione tra tanti diversi attori, perché ciò rappresenta la base per costruire il nostro futuro richiamando l’attenzione alla tutela della salute collettiva”.

La professoressa  Nelli Elena Vanzan Marchini , curatrice della mostra, ha spiegato che “l’esposizione è frutto di una profonda condivisione di intenti con altre Istituzioni” e ha rimarcato come Venezia sia “il terminale di una grandissima civiltà su cui è stata costruita la Storia europea: la sanità veneziana è stata un faro della nostra civiltà grazie al suo metodo articolato nelle fasi della prevenzione, della cura e della gestione delle emergenze”. La curatrice ha spiegato come la mostra si articoli sostanzialmente su tre filoni, frutto di scelte ben precise: “un primo filone verticale, che racconta la storia dei lazzaretti; un secondo filone su fondo scuro, che espone documenti inediti, relativi alle informazioni, che Venezia utilizzò per individuare le persone ammalate, sospendere i rapporti con i territori di provenienza delle stesse e avvisare del pericolo di nuovi focolai tutte le altre nazioni. Venezia introdusse veri e propri passaporti sanitari, antenati dei moderni green pass; un ultimo filone è basato sulle immagini dei lazzaretti: com’erano e come sono adesso”.

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