“Guinevere di Harrandir”, un’epica incursione nel fantasy tra magia e intrighi

In una terra chiamata Alors , ricca di foreste e fiumi, le città e i villaggi degli esseri umani vivono in pace e serenità. La sua posizione strategica, tra le montagne, l’ha sempre protetta dalle invasioni dei popoli nemici, i quali hanno sempre preferito puntare a territori più semplici da raggiungere. A proteggere i confini di Alors si diceva che ci fosse un’armata di guerrieri forti e valorosi, mai vinta da nessun avversario. La pace e l’armonia sono però minacciate dai barbari, abitanti della terra di Fayland , situata oltre le montagne d’Argento. L’incoronazione di Sath’eth, uno dei più forti generali dell’esercito barbaro, sarà l’inizio di una serie di tensioni che formeranno la base dell’epico romanzo “Guinevere di Harrandir”.

L’opera d’esordio di Jack Snow , pubblicata per il Gruppo Albatros il Filo , si inserisce con forza nell’universo della letteratura fantasy, un territorio fertile per liberare l’immaginazione e dare vita a mondi straordinari, in cui non esistono regole prestabilite. Tra queste pagine le parole prendono vita, portano con sé avventure straordinarie e permettono di dare vita a personaggi carismatici e strutturati.

A dare il titolo al libro è Guinevere, una fanciulla curiosa e amante dell’avventura. Durante le sue giornate ama esplorare i boschi, trascorrendo parecchi giorni consecutivi nella natura e nel silenzio. Si tratta di una protagonista che si discosta profondamente dall’immaginario classico della principessa delle fiabe: è forte, non ha bisogno di alcun principe che accorra in suo aiuto e, soprattutto, nessuno ha mai cercato di fermarla o di tarparle le ali. È così che la giovane cresce libera e sviluppa in maniera sopraffina la sua capacità di leggere i segnali nascosti tra gli alberi. Il passato di Guinevere, tuttavia, porta con sé grandi sofferenze : era soltanto una bambina quando il suo villaggio venne distrutto durante uno scontro tra i barbari di Sath’eth e l’esercito di Alors. Nulla rimase dopo lo sterminio, se non una bambina in fasce, portata con sé dal capitano dell’esercito vittorioso.

“Guinevere di Harrandir” è un romanzo fortemente stratificato e ricco di contaminazioni , le quali riescono a coniugare una certa attualità con i topoi più classici del fantasy. Jack Snow è per primo un amante del genere e afferma di voler seguire la corrente dei romanzi di Terry Brooks, Tolkien e Licia Troisi, nella quale è però possibile notare riferimenti che spaziano dai manga ai film post-apocalittici. La sua stessa figura di scrittore è avvolta nel mistero , dal momento che per scrivere ha scelto di servirsi di uno pseudonimo per non svelare la sua vera identità.

Nel mondo creato da Jack Snow si parla di magia come di qualcosa che appartiene al passato: sembrano essere soltanto storie fantastiche, leggende da narrare ai bambini e niente più. Accade, tuttavia, che il passato bussi alle porte dei personaggi con le sue imperscrutabili profezie , tanto ammalianti da alimentare la brama di potere di chi, pur di far espandere il proprio regno, sarà disposto a qualsiasi compromesso. Cinque sono le gemme magiche all’interno delle quali è racchiuso il potere : se dovessero finire nelle mani sbagliate potrebbero sprigionare una forza oscura senza precedenti.

Il primo capitolo della trilogia traccia la genesi e le vicende storiche delle terre di Alors e Fayland. L’autore non si sofferma unicamente sull’azione e sui fatti del presente, ma conduce i lettori alla scoperta di un tempo passato fatto di elfi, nani, draghi e vera magia . Come un pifferaio magico l’autore irretisce i suoi lettori affidando queste storie mitologiche alla voce dei personaggi più saggi, affinché possano ricostruire le origini di questo mondo e meglio comprendere la natura degli smottamenti che adesso stanno minando la pace. È Guinevere la prima destinataria delle leggende, che le verranno svelate soltanto in quel momento per un motivo molto importante: se in passato la magia aveva condotto verso guerre terribili e sanguinose a causa della cieca avidità di pochi, al punto da far disperdere e sparire qualsiasi stirpe che non fosse umana, era fondamentale che la magia non tornasse nelle terre di Alors . La magia doveva rimanere al sicuro, affinché la pace potesse prosperare.

Il grande viaggio della protagonista non sarà soltanto un’avventura epica che si consuma nei luoghi geografici, verso il raggiungimento di questo o di quel luogo, per perseguire la sua missione. La sua sarà un’impresa ben più profonda, che le permetterà di scoprire ciò che aveva ormai dimenticato delle sue origini e di affrontare un viaggio dentro sé stessa per conoscersi, per mettere al loro posto i tasselli mancanti dell’enigma della sua vita.

La trama si sviluppa su un duplice piano : da una parte la missione di Guinevere, dall’altra quella di Sath’eth. È una corsa contro il tempo in cui si materializza lo scontro epico tra il bene e il male , che in questo romanzo, tuttavia, non ha confini ben definiti. L’attenzione di Jack Snow alla psicologia dei personaggi permette ai suoi lettori di immedesimarsi nei protagonisti, di avvertirne i dolori e condividerne i sogni, qualunque sia il giudizio morale che la nostra ragione possa imporre agli uni o agli altri. è facile immedesimarsi nei dubbi di Guinevere, alle prese con un mondo antico e con un passato dimenticato dei quali era venuta a conoscenza soltanto da poco, come allo stesso tempo non si può che cedere al fascino di un personaggio tormentato come quello del comandante dei barbari. Il lettore viene condotto nel ritmo della narrazione come se fosse un personaggio senza nome interno alla vicenda, un invisibile compagno di viaggio di questa o quella missione che, con meraviglia, compie le sue scoperte passo passo e si sorprende della lungimiranza e dell’abilità strategica dei suoi condottieri.

Lo stupore è ciò che forse più di tutto accomuna il lettore alla protagonista: lei, che per vocazione conosceva i suoi boschi a menadito, si trova adesso di fronte a sentieri e panorami sconosciuti che mai avrebbe potuto credere reali. Ogni cosa che si schiude davanti ai suoi occhi è uno spettacolo mozzafiato e affascinante, pronto a coinvolgere i lettori come solo un romanzo fantasy sa fare.

La bravura di Jack Snow consiste proprio nella capacità di creare un effetto sorpresa in grado di colpire non soltanto i più giovani – destinatari d’elezione del genere fantastico – ma anche di far riscoprire la bellezza della scoperta anche a lettori più adulti e navigati. La sua è una narrativa profondamente accessibile che parla da vicino, senza manierismi, incisiva e in grado di arrivare con forza al punto. Con il suo stile tanto diretto quanto immaginifico, l’autore offre un’esperienza immersiva e coinvolgente , invita il lettore a mettersi in cammino e a mettere in discussione sé stesso, proprio come la protagonista del romanzo.

Il romanzo si conclude su un incontro di sguardi , segno che la battaglia ha raggiunto un punto di svolta , ma non la sua risoluzione definitiva: ad aspettare i nostri protagonisti ci saranno tante nuove avventure, alle quali non si potrà più rinunciare.

 

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