Giornata della Memoria: il monito di Luzzatto Voghera, “antisemitismo, minaccia della democrazia”

(Arv) Venezia 31 gen. 2024 – “ L’antisemitismo, l’ostilità diffusa contro la comunità ebraica,   è radicato da secoli. L’antisemitismo ha reso possibile la macchina di morte della Shoà, ma non si esaurisce in quel disegno di sterminio. È una ideologia e un linguaggio politico trasversale, da destra a sinistra, fondato sul complottismo, funzionale al perseguimento del potere, ancora presente nella società contemporanea. L’Osservatorio sull’antisemitismo in Italia calcola che il 10-12% della popolazione manifesti pensieri e comportamenti di puro antisemitismo. Dopo il 7 ottobre dello scorso anno, l’antisemitismo ha registrato una autentica impennata di episodi, fatti anche di aggressioni fisiche e di richiami ai simboli della Shoà. Se le università ipotizzano atti di boicottaggio, se le comunità religiose sono minacciate, se gli studenti ebrei si sentono bullizzati e minacciati, significa che i diritti fondamentali di ricerca, di studio, di professione religiosa sono sotto attacco. La recrudescenza dell’antisemitismo è un segnale di allarme per una società democratica”. E’ quanto ha affermato  Gadi Luzzato Voghera , storico dell’ebraismo e direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, intervenendo nell’aula consiliare di palazzo Ferro Fini alla seduta speciale dedicata alla Giornata della Memoria dalla commissione Cultura del Consiglio. Tema scelto per l’edizione 2024 della Giornata commemorativa è stato “Inciampare nelle Shoà a Venezia. Conoscere per opporsi al pregiudizio e a vecchi e nuovi linguaggi d’odio”. “Quest’anno la seduta dedicata alla Giornata della memoria avviene in un clima particolare – ha messo in luce la presidente della commissione  Francesca Scatto,  rivolgendosi agli studenti e ai docenti presenti – Mai come quest’anno è necessario riflettere insieme per non cadere nelle catastrofi a cui può portare il buio della ragione”. Citando Lia Levi che ha messo a raffronto il rastrellamento degli ebrei del 16 ottobre di 80 anni fa a Roma con il pogrom del 7 ottobre scorso in Israele, Scatto ha ricordato che “la conoscenza, quando funziona, si trasforma in coscienza”. “Il dolore è sacro e chiede rispetto – ha aggiunto - Il nostro dovere di fronte alla tragedia della Shoà è rendere sempre attiva la nostra coscienza, esercitare il pensiero critico”. Contrastare l’antisemitismo, la discriminazione delle minoranze e prevenire vecchi e nuovi linguaggi d’odio si può – ha spiegato ancora Gadi Luzzatto Voghera, che ha citato come esemplare la strategia adottata dall’Europa e dalla Regione del Veneto incentrata sulla conoscenza diffusa nel territorio della vita, della presenza e della cultura delle comunità ebraiche ”.

Dopo il saluto della vicepresidente del Consiglio  Francesca Zottis,  dell’assessore Cristiano  Corazzari  e della vicepresidente della sesta commissione  Elena Ostanel , la docente di storia  Stefania Bertelli  dell’Istituto veneziano per la storia della resistenza ha presentato la guida “Cinque Itinerari della Memoria a Venezia” pubblicata da Nuovadimensione, con introduzione a firma di  Marco Borghi , storico, membro del comitato scientifico dell’Iveser e direttore della Municipalità di Venezia. “Le pietre di inciampo posate a Venezia dal 2010 sono ben 159 e costituiscono una sorta di pellegrinaggio civile”, ha spiegato Borghi. “Quei mattoncini di metallo sono un eccezionale strumento di ricordo democratico, che ci parla della quotidianità delle persone, strappate dalla loro casa: raccontano storie singole di persone ordinarie, con un linguaggio essenziale e antiretorico. Ogni pietra è uno strumento didattico, di ricerca, di conoscenza e di costruzione di comunità”.

A conclusione della seduta sono stati proiettati i video vincitori delle prime due edizioni dei concorsi indetti dal Consiglio regionale “I giovani, nuovi testimoni della memoria”: “Itinerario della memoria a Venezia tra pietre d’inciampo e testimonianze” realizzato dagli studenti dell’Istituto Algarotti di Venezia e “Storie di solidarietà ed eroismo in Val D’Alpone (1943-1945)”, opera degli studenti dell’Istituto “Luciano Dal Cero” di San Bonifacio (Vr).

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