Il concetto di felicità alla prova del tempo

L’Ordine domenica su La Provincia. Il nuovo libro di Franco Buzzi «Felicità e beatitudine in età moderna»

Difficilmente esiste un tema più interessante e provocatorio di quello della “felicità”, alla quale pare aspirino tutti gli esseri umani, in qualsiasi periodo della loro storia, all’interno di ogni cultura e religione, a qualsiasi ceto sociale appartengano. La questione, di per sé amplissima, viene però qui collocata nel percorso evolutivo tipico dell’età moderna, quando, dopo secoli di storia del cristianesimo, si riaffacciano all’orizzonte dei credenti quei modi di vedere la vita e d’interpretarla che furono tipici dell’età pagana.

Così il mondo occidentale cristiano, a contatto con i testi delle filosofia, della storia, dell’arte e della potentissima letteratura pagana greca e romana, in tutte le sue raffinate sfaccettature, ipotizza la possibilità di trovare risposte alla questione della felicità, anche indipendentemente dalla rivelazione biblica e dai presupposti dottrinali che essa porta inscindibilmente con sé. A contatto con i testi della sapienza antica, per lo più riscoperti nello splendore delle lingue originali, può venire anche momentaneamente spontaneo prescindere dalla fede cristiana, in particolare dai dogmi che in assoluto segnano il presente e il futuro di ogni essere umano: il peccato originale e la necessità di una redenzione.

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