Il rave party all’Alpe di Colonno? Nessun reato. I giudici restituiscono gli amplificatori agli organizzatori

Sala Comacina Il concerto non autorizzato si era svolto il 21 maggio, con la denuncia di 54 partecipanti

Il rave party all’Alpe di Colonno? Non ha violato alcuna norma di legge. Anzi, i partecipanti hanno «semplicemente esercitato il diritto costituzionalmente garantito ad ogni cittadino di riunirsi pacificamente in un luogo pubblico liberamente accessibile e fruibile e, sostanzialmente, di godere pienamente e liberamente di un bene comune». Il Tribunale del riesame di Como ha annullato il sequestro delle casse e degli amplificatori usati per la due giorni di balli nel weekend del 21 maggio scorsi, e nel provvedimento - oltre a riportare critiche neppure troppo velate all’assenza di motivazioni sufficienti per contestare il reato di invasione di terreni pubblici a ben 54 giovani, tutti iscritti nel registro degli indagati - di fatto demolisce l’impianto accusatorio.

La vicenda, ricorderete, riguarda il rave party organizzato all’Alpe di Colonno quando oltre un centinaio di ragazzi si è ritrovato a ballare e bivaccare tra sabato e domenica lontano da occhi e orecchie indiscrete. Quando un pastore, passando dalla zona, si è accorto della presenza della festa non annunciata né autorizzata ha chiamato le forze di polizia. Intervenute nel tardo pomeriggio di domenica.

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