Un 2024 di elezioni, ma tutte da capire

«Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi, elezioni», è una parodia della nota canzone di Lucio Battisti, di recente ripresa anche dai comici Luca e Paolo che introducono il talk show “Di martedì” su La7. Nel 2024 metà della popolazione mondiale non “potrà capire” perché considerando i voti per l’Unione europea, quelli nazionali e i locali ci sarà una chiamata ai seggi in 76 paesi tra gli otto dei dieci più popolosi cioè Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti. In questa occasione si possono mandare sullo sfondo, anche se non si dovrebbe, due aspetti. Il primo è che nella metà dei territori coinvolti non ci saranno consultazioni veramente democratiche, caso mai plebisciti su dittatori e governi uscenti. Il secondo è che anche dove vi sono condizioni di libertà, vedi l’Italia, spesso il voto è regolato da leggi che cercano di limitare il più possibile la volontà dei cittadini nelle scelte a vantaggio di quella dei partiti.

Va invece considerata l’importanza di tre elezioni per le dinamiche geopolitiche e sociali di buona parte dell’umanità. In minima percentuale il voto in Russia, dove, giusto per dare un po’ di suspense si potrebbero stampare sulla scheda due nomi: “Putin” e “l’attuale presidente della Federazione Russa”. Di certo, insomma, le sorti della guerra in Ucraina non dipenderanno da questa tornata elettorale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA