Liberi dal lavoro, prigionieri della noia

La bomba atomica è stata sganciata dalla banca Goldman Sachs: l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire nei prossimi dieci anni trecento milioni di posti di lavoro a tempo pieno.

E la cosa ancora più inquietante, per quanto logica, è che per la prima volta nella storia questa nuova formidabile tecnologia non promette di sgravare gli uomini dai lavori più faticosi, dai lavori manuali. Ma da quelli intellettuali. Chi spacca le pietre, stende l’asfalto o costruisce palazzi continuerà a farlo. Professionisti, commercialisti, contabili, addetti alle vendite e impiegati di ogni genere e modello rischiano seriamente - e definitivamente - di rimanere a spasso. Sono destinati a salvarsi solo i profili strettamente legati alla cura della persona (fisioterapisti, barbieri, cuochi…) o ad alto tasso creativo (compositori, artisti, traduttori, e quindi non certo giornalisti…). Una rivoluzione assoluta che farà saltare in aria la struttura sociale, già traballante di suo, nella quale viviamo oggi.

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