Le donne uccise non sono tutte uguali

Tutti i femminicidi sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Fa davvero impressione l’assordante silenzio che è stato riservato alla lettera che il ministro per la famiglia, Eugenia Roccella, ha scritto qualche giorno fa al Corriere della Sera a proposito del pogrom del 7 ottobre in Israele.

Di solito, nella repubblica delle banane che così bene ci rappresenta, quando qualcuno lancia un tema di spessore viene subito presa la palla al balzo per fare una gran caciara, una gran cagnara, un gran starnazzare da lavandaie - quello di sinistra che insulta quello di destra, quello di destra che svillaneggia quello di sinistra: cose così… - che rappresenta il sale dei nostri mirabolanti talk show e che riduce il tema di spessore di cui sopra a poltiglia, a numero circense, ad avanspettacolo. Ma c’è pure di peggio. E cioè quando si mette in atto la congiura del silenzio. Nessuno ne parla. Nessuno ne scrive. Nessuno ci riflette. Non interessa a nessuno. Perché il mainstream tartufesco non lo prevede nel suo palinsesto. Quindi, di conseguenza, il tema non esiste.

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