Comitato moralista? È meglio la cicogna

Alla metà degli anni Settanta anche la scuola elementare di un ridente paesino del basso lago venne investita dall’ondata di novità, modernità e democrazia partecipata partorita da quegli anni che, tanto tempo dopo, un bello spirito definì, senza alcun timore del ridicolo, addirittura “formidabili”.

E fra le tante parole d’ordine propagandate per mettere finalmente la parola fine alla vecchia struttura patriarcale, autoritaria e maschilista della società, della famiglia e dell’istruzione - ovviamente pubblica, quella privata era roba per padroni e beghine - c’era naturalmente l’ora di educazione sessuale. Perché anche il sesso doveva essere liberato dalle pastoie, dai vincoli e dai divieti di una cultura oppressiva e misogina ormai travolta dalla mirabolante rivoluzione sessantottina, dal trionfo del movimento femminista, dalla teologia del “sei politico” per tutti.

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