La Svizzera sceglie la linea dura
Altre cinque settimane di restrizioni

Andranno ad aggiungersi a quelle già decise fino al 22 gennaio, ma monta la polemica

La Svizzera sceglie la linea dura per tentare di arginare contagi e decessi, annunciando altre cinque settimane di restrizioni a partire dal 22 gennaio per bar, ristoranti e per tutte le realtà legate a cultura e tempo libero. Tutto chiuso sino a fine febbraio, anche se per l’ufficialità del provvedimento bisognerà attendere il 13 gennaio.

«La situazione è molto difficile. Le cifre sono decisamente elevate, anche se difficili da interpretar», ha affermato il ministro federale Alain Berset, annunciando che entro l’inverno tutte le categorie a rischio saranno vaccinate e che «l’obiettivo è vaccinare l’intera popolazione entro l’estate».

Ma ad oggi sono le nuove restrizioni a tenere banco. Tutto questo mentre in Canton Ticino ieri si sono registrati altri 10 decessi e 316 contagi.

Ad oggi, nel Cantone di confine, sono già tutte prenotate le prime 2500 dosi di vaccino, tanto che il numero verde attivato per le prenotazioni è stato momentaneamente disattivato. A livello federale, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 4808 nuovi contagi e 65 decessi, mentre in tutto il territorio federale altre 220 persone sono state ricoverate nei diversi ospedali.

«Di positivo c’è il vaccino - ha fatto notare Berset - Di negativo c’è il fatto che le nuove varianti del virus, molto contagiose, stanno circolando in Svizzera». Da qui la decisione di prolungare - come detto - le chiusure dal 22 gennaio a fine febbraio, annunciando nel contempo che già a partire da sabato non ci saranno più deroghe a livello cantonale.

«Non è ancora una decisione definitiva, ma è una proposta rivolta ai Cantoni, anche se questa ci sembra la strada da intraprendere», ha aggiunto l’esponente del governo di Berna. Immediate le reazioni a livello politico (e non solo). «Le decisioni del Governo federale sono vergognose - le parole del consigliere nazionale dell’Udc, Piero Marchesi -. Bar e ristoranti hanno chiuso e i numeri non sono migliorati. Nonostante ciò si continua con le stesse misure che faranno fallire un intero settore. La strada da seguire è un’altra: test a tappeto e isolare gli infetti».

Ora non resta che aspettare una presa di posizione ufficiale del governo di Bellinzona, che già ieri pomeriggio, attraverso il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, ha fatto sapere ai microfoni della Rsi che «la situazione è molto difficile, con gli ospedali sotto pressione». «Bisogna quindi essere pronti a nuove restrizioni se la situazione non dovesse migliorare a stretto giro».M. Pal.

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