La figlia di Riella: «Non ho più contatti»

Gravedona ed Uniti A quasi quattro mesi dalla sua evasione anche i familiari hanno perso ogni collegamento

Due mesi fa sembrava pronto a costituirsi e le telecamere di Telelombardia, puntate a margini del bosco sopra Brenzio, erano già pronte a immortalare il momento. Ma di Massimo Riella non si vide l’ombra.

Evaso il 12 marzo scorso nei pressi del cimitero della frazione, dove aveva ottenuto di farsi accompagnare da cinque agenti penitenziari per far visita alla tomba della madre, il fuggiasco dell’Alto Lario non ha più dato notizie di sé. Quella sera, come evidenziato a suo tempo dalla figlia, Silvia , in quel luogo isolato e di solito poco frequentato c’era un insolito via vai di gente, che può averlo insospettito. Ma poi, evidentemente, Riella deve averci ripensato in tutti i sensi. «Non si fa sentire da parecchio – riferisce Silvia – . Del resto non è facile, per lui, mettersi in contatto con i famigliari. Cosa penso? Che alla fine i colpi di pistola che gli ha sparato contro l’agente penitenziario che lo aveva voluto incontrare nel bosco, abbiano prevalso su tutto, anche sulle difficoltà della vita da fuggiasco».

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