Castelli: «Ecco il partito del Nord». E attacca Salvini: «Meridionalista»

Lega addio L’ex ministro del Carroccio ha presentato la sua nuova creatura politica: «Una vera autonomia a Roma non la concederanno mai, dovremo prendercela»

«Il Nord paga, e gli altri campano con i nostri soldi. Una vera autonomia a Roma non la concederanno mai, dovremo prendercela».

Le ultime parole da tesserato leghista dell’ex ministro Roberto Castelli sono pressoché identiche alle prime echeggiate nei movimenti autonomisti dei primi anni Ottanta. Castelli c’era, e c’era Umberto Bossi . Da lì, Lega Lombarda e Liga Veneta e, dal 1989, la Lega Nord. Dopodiché, almeno venticinque anni di secessione e federalismo, e due lustri di difficile transizione ideologica. «Dal verde della libertà a questo blu centralista», ha riassunto ieri Castelli.

Transizione al termine della quale l’ex ministro ha ormai compreso che la Lega Salvini Premier «non è altro che un partito a venature meridionaliste» e che «l’accento non è più sull’obiettivo dell’autonomia del Nord, ma sulla promozione personalistica del leader».

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