Strage di carpe: «Abbattere i cormorani a fucilate»

Imbersago La Provincia chiede a Regione e parco Adda Nord il via libera alle doppiette

A mali estremi, estremi rimedi. Per contenere i cormorani che fanno strage delle carpe dell’Adda, nella conca di Imbersago, tornano in auge le doppiette.

Nel corso dell’ultima campagna messa in campo dall’Amministrazione provinciale con il via libera della Regione, erano stati abbattuti complessivamente 260 uccelli. Ma evidentemente non basta.

Sul tavolo resta il problema del “lago” di Praela, dove centinaia di carpe lottano per la vita contro i predatori che planano dall’alto e contro pescatori abusivi che li tirano a riva mentre si dibattono a pelo d’acqua.

Nelle ultime settimane le carpe, nel tentativo di non finire nel becco dei cormorani, stanno cercando rifugio vicino alla riva del laghetto, dove però basta un retino per catturarle.

Stefano Simonetti, consigliere provinciale delegato alla polizia provinciale e alla vigilanza ittico venatoria, giudica seria la situazione.

«Una ventina di giorni fa - spiega - visto il fenomeno delle carpe che si avvicinavano troppo alla riva in gruppo, abbiamo preso dei campioni inviati al centro di zooprofilassi di Brescia per appurare eventuali malattie, ma le carpe sono risultate sane. Abbiamo inviato dei campioni d’acqua ad Arpa per constatare possibili inquinanti, ma anche in questo caso non è risultato nulla di anomalo. È apparso allora evidente che sono i cormorani a causare il fenomeno. Abbiamo chiesto a Regione e parco Adda nord il via libera di abbatterli anche nell’area protetta dove la caccia è vietata, considerata anche la presenza dello svasso, che è protetto. I nostri agenti della polizia provinciale sono preparati e durante le battute di contenimento pongono estrema attenzione agli esemplari che abbattono».

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