Morto 50 anni fa, ritrovato un cimelio

Introbio La storia del tenente Gianni Cademartori, perito in un incidente aereo nel Piacentino nel 1973 - Il Gruppo ricerca aerei caduti ha rinvenuto il quadrante dell’orologio appartenuto al militare valsassinese

Il quadrante dell’orologio, un Rolex, del tenente Gianni Cademartori, ed un frammento di alluminio del numero di matricola dell’aereo pilotato dal valsassinese sono stati ritrovati e consegnati ad un cugino del militare morto nell’inverno 1973.

Cademartori era alla guida di un caccia che è precipitato nei pressi di un gruppo di case di Mandrola, sulle colline di Rivergaro, nel piacentino, tra la val Trebbia e la val Nure.

La nebbia

Con il collega Pier Giorgio Zanovello, pilota sottotenente, ed a bordo di un secondo F 104, erano precipitati dopo il decollo dall’aeroporto militare di Piacenza-San Damiano, nel Comune di San Giorgio Piacentino, a causa del maltempo e della nebbia, durante un volo di addestramento.

I due cimeli sono stati ritrovati dal Gruppo ricerca aerei caduti (Grac) di Piacenza che porta avanti questa attività preoccupandosi poi di consegnare ciò che viene rinvenuto alle famiglie del caduti.

Non si tratta del primo caso di ritrovamento di cimeli: il Grac non si arrende mai con ricerche che in qualche caso sono durate ben oltre un decennio arrivando però a buon fine. Consegnare i cimeli ha dato una grande soddisfazione agli appassionati volontari ed anche al cugino di Gianni, che ha confermato il valore affettivo del pezzo del Rolex, regalato dalla famiglia al giovane, in occasione della maturità conseguita al liceo scientifico.

La memoria di quell’incidente aereo di cinquant’anni fa, che costò la vita ai due giovani piloti di ventisette venticinque anni, in forza al 50° Aereostormo di stanza a San Damiano, è ancora viva in chi era presente quel giorno e senti un forte boato e vide i resti dei due F 104.

Nel giorno dell’anniversario dell’incidente, il 14 febbraio scorso, al monumento dedicato a Cademartori e Zanovello, sono stati depositati i fiori assieme ad un tricolore in omaggio alle due giovani vite stroncate dall’incidente. Tra gli abitanti della frazione c’è chi si occupa della manutenzione del verde attorno al cippo, in una zona di scarso passaggio. Sul cippo, accanto ai nomi delle vittime ci sono poche parole che ricordano la tragedia: “Sii con noi come noi siamo con te per sempre”.

La storica famiglia

Gianni Cademartori appartiene alla storica famiglia di produttori di formaggi che diede avvio all’attività in Valsassina arrivando nella valle del ferro da Cremona, nel 1882. Guido Cademartori si trasferì ad Introbio nel 1904 dopo avere sposato Giuseppina Ciresa di Cremeno e costruì anche la sua villa, tra il 1913 e 1914, donata poi al Comune ed oggi adibita a sede della scuola elementare a lui intitolata.

Nel grande parco attorno c’è una fontana con Mercurio che venne costruita nel 1917, con la scoperta archeologica di alcune tombe galliche. C’è anche una grotta che è la storia di un grazie: Guido venne richiamato alle armi nel 1915, con il grado di sergente, e la moglie fece un voto perenne alla Madonna di costruirla se il marito fosse tornato incolume dalla Prima guerra mondiale. In essa c’è la statua di Santa Barbara, patrona degli artiglieri, con due proiettili ai lati in cui sono infilati dei fiori.

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